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PRATO – Nel pomeriggio di giovedì scorso (8 maggio) nell’ambito di attività investigativa in atto, sono stati individuati due trasportatori intenti a caricare un furgone con numerosi sacchi di rifiuti tessili in un magazzino artigianale, ubicato a Prato.
Il mezzo è stato successivamente fermato e sottoposto a sequestro: al suo interno, sono stati trovati circa 2,5 tonnellate di rifiuti destinati a essere abbandonati illecitamente sul territorio, affidati a soggetti privi di autorizzazioni per lo smaltimento in conformità delle prescrizioni poste a tutela dell’ambiente.
Di qui si è proceduto all’accesso nel capannone, ubicato nella Chinatown, in via Zipoli 70, a Prato, dal quale il mezzo era partito, che ha rivelato uno scenario drammatico. Un laboratorio clandestino con all’interno l’impiego di dipendenti costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento disumane: una vera e propria fabbrica fantasma, priva di ogni autorizzazione commerciale o sanitaria, dove erano al lavoro dieci operai, uomini e donne, tutti di etnia cinese. L’ambiente era fatiscente, privo di igiene, infestato da sporcizia e presenza di ratti. Sono stati identificati i presenti e si è accertato che quattro lavoratori erano clandestini, mentre altri erano regolari. Gli operai sono risultati lavorare fino a dieci ore al giorno sotto la supervisione di una donna di nazionalità cinese, risultata essere l’imprenditrice responsabile della struttura. La stessa forniva anche alloggio e pasti, in ambienti abusivamente adibiti a dormitorio e cucina all’interno dello stesso spazio di lavoro nel medesimo immobile e in pessime condizioni igieniche.
La donna è stata arrestata per assunzione di persone prive di permesso di soggiorno e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, impiego di manodopera irregolare. L’imprenditrice era già risultata aver posto in essere analoghe condotte criminose. Il provvedimento restrittivo è stato convalidato nella giornata di ieri, con applicazione da parte del tribunale di Prato della misura cautelare dell’obbligo di presentazione della polizia giudiziaria, con frequenza quotidiana. L’immobile,riconvertito abusivamente a laboratorio e dormitorio, è stato sottoposto a sequestro. Anche il trasportatore dei rifiuti è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti.
Le investigazioni sono in corso anche per verificare ulteriori violazioni in ambito urbanistico, edilizio e igienico-sanitario, nonché al fine di individuare ulteriori responsabili dell’impiego della manodopera clandestina.
Le investigazioni, coordinate da quest’ufficio, si sono nutrite del fattivo apporto degli appartenenti alla polizia municipale di Prato.