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FIRENZE – Respinta dall’aula del consiglio regionale la mozione in merito alle presunte condotte illecite imputate dalla procura all’ex presidente della seconda commissione consiliare Ilaria Bugetti presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia (primo firmatario il capogruppo Vittorio Fantozzi).
L’atto ha ottenuto 23 voti contrari del Partito Democratico e del Gruppo Misto – Europa, e 12 voti favorevoli di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
La mozione impegnava la giunta regionale “ad attivare con urgenza un’indagine interna, al fine di verificare e scongiurare che eventuali attività corruttive, oggetto dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge l’ex presidente della seconda commissione consiliare sviluppo economico Ilaria Bugetti, abbiano coinvolto strutture interne della Regione Toscana o viziato l’adozione di provvedimenti da parte degli organi regionali competenti”. Nell’impegnativa si chiedeva inoltre di “accertare che le presunte attività di corruzione contestate dalla procura all’ex presidente Bugetti non abbiano avuto ricadute sull’operato della Seconda Commissione consiliare”.
Nell’illustrare l’atto, il capogruppo Fantozzi, ha spiegato come “le recenti vicende ci impongono, con gli strumenti a nostra disposizione, di dare un supporto nel fare chiarezza rispetto a fatti che toccano da vicino la nostra Regione. Non tocca a noi pronunciare condanne, ma siamo nelle condizioni, per il ruolo che ricopriamo, di poter vigilare e chiedere trasparenza e rigore”.
Marco Martini (Pd), sottolineando “la correttezza che l’ha sempre contraddistinta”, ha parlato di una mozione “inaccettabile e intempestiva, fortemente strumentale, basata sui riscontri pubblicati parzialmente dai quotidiani nei tre giorni successivi all’uscita della notizia dell’avviso di garanzia”. “Pur consapevoli che la vicenda è seria e complessa – ha continuato Martini – è inopportuno entrare nel merito mentre siamo ancora in fase di indagine”. Martini ha poi sottolineato la scelta di Bugetti di dimettersi “per garantire la serenità necessaria a collaborare con l’autorità giudiziaria e per tutelare il prestigio dell’istituzione comunale”. “Il Partito democratico e i suoi dirigenti non scappano dai processi, ma si difendono nei processi: questa è la differenza tra noi e le forze di destra che sono al governo del Paese”, ha aggiunto.
Diego Petrucci (Fdi), dopo aver ribadito l’augurio che “la vicenda possa essere chiarita nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile”, ha sottolineato come “il garantismo giudiziario faccia parte della cultura di Fratelli d’Italia”. “Il giustizialismo – ha affermato – fa parte della storia del Partito democratico”. Ricordando l’impegnativa della mozione ha poi evidenziato come “nell’atto non si chiede di entrare nelle indagini”. Ha poi sottolineato come “a Ilaria Bugetti sono contestate condotte assunte mentre era presidente di una commissione di questo Consiglio regionale. Ci dispiace che oggi in Aula non sia presente il presidente Eugenio Giani, che avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di votare a favore o contro questa mozione”.
Cristina Giachi (Pd), dopo aver espresso solidarietà “a tutte le persone coinvolte in questa delicata fase di accertamento, che ha un impatto devastante sulla loro vita non solo professionale”, ha voluto evidenziare come “la debolezza del ragionamento è nella parola ‘presunte’ ”. “Finché la magistratura, e non la politica, non le avrà accertate, le condotte corruttive non esistono. Quando e se le condizioni saranno accertate in un grado di giudizio, potremo ragionare sulle sentenze, ma oggi la parola ‘presunte’ rende irricevibile l’atto che presentate”.
“Credo che nessuno debba dare lezioni di morale – ha dichiarato Marco Stella (Forza Italia) – Soprattutto dopo che all’inizio di legislatura è stato mandato a casa Ledo Gori, che è stato poi assolto. Mentre in Liguria avete chiesto le dimissioni del governatore Toti”. “Io penso che se davvero vogliamo rendere un buon servizio a questo Paese – ha aggiunto – dobbiamo mettere al centro dell’agenda politica la riforma della giustizia perché non è possibile che ci siano inchieste che, dopo anni di gogna mediatica, siano finite nel nulla perché il fatto non sussiste, come è accaduto al nostro Garante dell’Infanzia, a cui va il mio affettuoso abbraccio”. Tornando al tema della mozione ha spiegato come “quello che viene chiesto nell’atto è solo un accertamento interno, che leggo come un intento dei colleghi di voler porre l’accento sul livello amministrativo”.
Valentina Mercanti (Pd) ha definito la mozione “faziosa”. “Ilaria Bugetti – ha affermato – si dovrà difendere nel processo e vorrei che le risparmiassimo, almeno come classe politica – quel processo mediatico che ha rovinato vite intere”. “Sebbene siamo in periodo elettorale, io vorrei evitare che quest’Aula diventasse un’aula di tribunale aggiunta. In questa vicenda siamo i primi ad avere interesse affinché tutto sia trasparente, in linea col nostro modo di governare”.
La capogruppo della Lega, Elena Meini ha dichiarato “piena la fiducia nel lavoro della magistratura” e che “la presunzione di innocenza è valida fino a sentenza definitiva”. Tuttavia ha ricordato come “la vicenda riguarda atti legati all’attività di Bugetti in Consiglio regionale”. “Per questo – ha spiegato – in questa seduta ho presentato un’interrogazione all’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni in merito alla modifica a un decreto sulle modalità di rilascio delle autorizzazioni inerenti alle concessioni di derivazione di acqua superficiale ai fini idroelettrici e ai vantaggi o svantaggi che comporta per la Regione. E credo che anche in commissione Sviluppo dovremo capire qual è stato l’iter che ha portato a questa modifica. Mi dispiace che l’assessore Monni non sia presente”. Quanto alla mozione, Meini ha ribadito che “non si tratta di un atto di sfiducia nei confronti di nessuno, ma chiede chiarezza sugli atti di competenza della Regione Toscana”.
Il presidente Antonio Mazzeo è intervenuto per precisare che l’assessore Monni aveva annunciato la sua assenza per motivi medici e che “in ogni modo le risposte alle interrogazioni sopravvengono in forma scritta entro tre giorni”.
Silvia Noferi (Gruppo Misto – Europa Verde) ha citato il caso di Bibbiano, “in cui eravamo tutti pronti a condannare gli esponenti coinvolti nella vicenda, che poi si è risolta in una bolla di sapone”. “Questo mi ha fatto capire che prima di esprimere un giudizio politico è meglio aspettare l’esito delle indagini e dei processi. Per questo oggi io mi astengo dal dare giudizi, visto che la magistratura ha tutte le carte in mano per farlo. Umanamente esprimo vicinanza per Ilaria Bugetti, che ho conosciuto come persone degnissima, motivo per cui voglio essere ancora di più garantista”. “Purtroppo – ha concluso – non è dato sapere cosa pensa di questa vicenda il Movimento 5 Stelle, visto che la presidente Galletti è assente”.
Il portavoce dell’opposizione Alessandro Capecchi ha voluto ricordare come Ilaria Bugetti si sia dimessa “all’indomani di una riunione col capo del proprio movimento politico, non su pressione della piazza del centro destra”. Parlando dell’impegnativa della mozione ha poi ribadito come, “attraverso un atto di indirizzo si chiede di attivare le verifiche interne per garantire ai consiglieri e alla struttura tecnica che le operazioni, i procedimenti che, come si apprende dai giornali, sono oggetto di inchiesta, non siano viziati. Si chiede inoltre di verificare che non ci siano state falle nel piano anticorruzione. A noi pare una procedura del tutto ragionevole”.
Il capogruppo Pd Vicenzo Ceccarelli ha ribadito la convinzione che la mozione “sia un atto strumentale dal punto di vista politico e sbagliato dal punto di vista tecnico”. “Se la minoranza vuole sapere se sono mancati dei controlli lo faccia con una interrogazione – ha spiegato –. Inoltre, la Commissione oltre che da un presidente è formata da un vicepresidente e da sette colleghi. Se vogliamo mettere in atto delle verifiche sul lavoro all’interno di essa non dobbiamo chiederlo alla Giunta ma al presidente del Consiglio regionale o al Segretario”.
“Nessuno vuole fare gogna mediatica – ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Landi (Fratelli d’Italia) – e non posso che essere umanamente vicino a Ilaria Bugetti. Noi non vogliamo fare sciacallaggio, però voglio ricordare che nel 2011, quando ci fu la vicenda giudiziaria che coinvolse l’allora sindaco di Prato Roberto Cenni, il Pd ne chiese in piazza le dimissioni”. Landi ha poi ricordato come “nell’ultimo decennio la Toscana, che è sempre stata governata dallo stesso colore politico, è stata al centro di numerose inchieste da parte dell’autorità giudiziaria”.