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Confindustria Toscana Sud: Made in Italy riconosciuto come sinonimo di qualità

Oggi la presentazione del rapporto 'Esportare la dolce vita 2023' sul comparto moda/oreficeria

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‘Filiera della moda e transizione sostenibile’ è il titolo dell’evento che si terrà oggi, martedì 5 settembre alle ore 17.30 presso la Sala Buitoni di Confindustria Toscana Sud delegazione di Arezzo (Via Roma 2). Durante l’incontro saranno presentati i risultati emersi dal recente rapporto del Centro Studi Confindustria ‘Esportare la Dolce Vita’, focalizzato sul comparto moda/oreficeria. L’iniziativa, che è promossa dalla Sezione Moda di Confindustria Toscana Sud, si aprirà con i saluti e l’introduzione ai lavori del presidente della sezione Marco Sanarelli.

Seguiranno gli interventi di Giordana Giordini (presidente della sezione Oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud) su ‘Affinità oro, moda, gioielli’, Tullio Buccellato (economista del Centro Studi Confindustria) sul ‘Rapporto esportare la dolce vita 2023. Il contesto di riferimento e le prospettive per il bello e ben fatto’ e di Caterina Masi (esg manager Gruppo Florence spa) su ‘La sostenibilità nel settore Moda – What’s next?’.

“Il made in Italy – dice Marco Sanarelli – è universalmente riconosciuto come sinonimo di prodotto di qualità superiore bello e ben fatto, frutto della ricerca, del lavoro di quel saper fare italiano che tutto il mondo ci invidia in particolare, il made in Italy nella moda ha come principali attori le decine di migliaia di aziende industriali ed artigiane che operano e producono una vasta gamma di prodotti del tessile, abbigliamento, calzatura, pelletteria ed accessorio in metallo. Si tratta di aziende che eccellono in tutto il mondo per la qualità della manifattura e che oggi si stanno distinguendo sempre più anche per la sostenibilità intesa come vera e propria strategia d’impresa, visto che il mercato è sempre più orientato verso scelte che tengono conto di questo valore”.

“Il tema dell’esg e della responsabilità sociale d’impresa – afferma – rappresenta un driver di generazione del valore per tutte le imprese del nostro comparto, che possono crescere e prosperare anche e soprattutto in un’ottica di lungo periodo”.

Sulla stessa linea Giordana Giordini che dice: “Una preoccupazione sempre più crescente dei consumatori è l’integrità dei prodotti che comprano. Tale preoccupazione è particolarmente rilevante nell’industria gioielliera, poiché l’acquisto di gioielli è discrezionale ed ha una forte connessione emotiva. I clienti e i consumatori sempre più ricercano nell’acquisto di gioielli anche informazioni che riguardano non solo la qualità dei metalli e pietre preziose e delle lavorazioni, ma anche come il gioiello è stato realizzato e l’origine delle materie prime con cui sono prodotti”.

“Per le imprese appartenenti al comparto dell’oro e dei preziosi – commenta – farsi portatori di pratiche di business sane e responsabili rappresenta quindi non solo una necessità, ma anche una straordinaria opportunità per rimanere competitive”.

© Riproduzione riservata

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