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Servizi sociali, la Toscana si avvicina ai parametri nazionali richiesti

Negli ultimi anni è cresciuto del 30% il personale assunto a tempo indeterminato: c'è un assistente sociale ogni 4mila abitanti

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FIRENZE – Buone notizie per i servizi sociali della Regione Toscana. 

Con un assistente sociale ogni 5mila abitanti, la Toscana è sempre più vicina ai parametri nazionali per garantire i livelli essenziali di prestazioni richiesti per i relativi servizi.

Lo evidenzia il quarto Rapporto sui servizi sociali, redatto dall’Osservatorio sociale regionale insieme ad Anci Toscana e presentato ieri mattina (27 giugno) a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, con gli interventi, tra gli altri, dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, dei vertici dell’Ordine degli assistenti sociali e di rappresentanti dell’associazione dei comuni toscani.

Dal rapporto, che fa il punto di fine mandato, emerge come negli ultimi anni è cresciuto del 30% il personale assunto a tempo indeterminato. Gli assistenti sociali in Toscana sono passati dai 546 del 2020 ai 781 del 2024.

I risultati raggiunti costituiscono per l’assessora Spinelli l’occasione per rilanciare la battaglia affinché “i Lep diventino diritti esigibili e non siano più separati dai Livelli essenziali di assistenza”. È un tema centrale per l’assessora, perché “la presa in carico territoriale deve essere una presa in carico che si dimensiona con la complessità dei bisogni dettata dai cambiamenti della società”.

Per questo, afferma Spinelli, “i servizi sociali e gli operatori sociali e socio-sanitari devono stare a pieno titolo nell’organizzazione del sistema socio-sanitario territoriale”. “Per noi il sistema regionale deve essere un sistema sociosanitario, in cui competenze sociali e competenze sanitarie lavorano insieme costruendo percorsi di presa in carico delle persone”, osserva Spinelli ricordando quanto si sta provando a fare in Toscana con la delibera regionale 1508 (sulla presa in carico globale dei bisogni del cittadino), i Punti Unici d’accesso e le Centrali operative territoriali (assieme a case ed ospedali di comunità, uno dei pilastri della nuova assistenza sanitaria sul territorio).

Ma dare risposte “multidisciplinari” impone un “investimento nazionale”, perché “con le sole risorse regionali non ce la possiamo fare, su quelle che sono le infrastrutture fondamentali, ovvero la scuola, la dignità del lavoro, il sociale, la sanità, di cui ci sarebbe grande necessità se vogliamo le nostre comunità crescano in maniera positiva”. “Proprio l’opposto – chiosa Spinelli, tornando sugli impegni del governo sul riarmo Nato – della spesa in armamenti”.

 

© Riproduzione riservata

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