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Kata scomparsa a Firenze, zio Abel rimane in carcere

Per gip pericolo reiterazione reato. Accusa tentato omicidio ed estorsione inchiesta presunto racket affitti ex Astor. Piccola Kata, 5 anni, scomparsa 10 giugno scorso da ex Astor

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FIRENZE – Kata scomparsa a Firenze, zio Abel rimane in carcere.

Rimane in carcere a Sollicciano, Firenze, Abel Alvarez Vasquez, detto Dominique, zio della piccola Kata, la bambina di cinque anni scomparsa il 10 giugno dall’ex hotel Astor in via Maragliano a Firenze.

Zio Abel arrestato il 5 agosto scorso insieme ad altri tre peruviani, tutti abitanti nell’ex Astor sgombrato il 17 giugno scorso, per il presunto racket degli affitti all’ex Astor.

Lo ha stabilito il gip Angelo Pezzuti all’esito dell’udienza di convalida e dell’interrogatorio dove tutti i quattro arrestati hanno risposto alle domande, pur senza mai affrontare il tema del sequestro della piccola Kata. Fatto di cui al momento sono, al massimo, persone informate sui fatti.

Zio Abel è anche parte offesa.

Per il gip c’è pericolo di reiterazione reato, mentre, nonostante la nazionalità straniera degli arrestati (tutti peruviani) non sussiste pericolo di fuga perché ormai relazionati e stanziatisi in Italia.

Rimangono a Sollicciano insieme a zio Abel detto Dominique anche Carlos Martin De la Colina Palomino, il ‘Carlos’ dell’Astor, e Nicolas Eduardo Lenes Aucacusi.

Ai domiciliari Carlos Manuel Salinas Mena, 63 anni.

L’ipotesi di reato per zio Abel e gli altri arrestati è di estorsione, tentata estorsione e rapina, commessi tra il novembre del 2022 e lo scorso maggio.

E tentato omicidio e lesioni gravi commesse il 28 maggio. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il 28 maggio scorso ci fu un raid punitivo dei quattro arrestati nell’ex Astor con bastoni e mazze da baseball nei confronti di alcuni occupanti.

Per sfuggire all’aggressione, un uomo precipitò da una finestra.

Pochi giorni dopo, il 10 giugno, la scomparsa della piccola Kata, Kataleya Alvarez. La bambina quel giorno era stata affidata dalla madre a zio Abel.

A Carlos De La Colina e allo zio di Kata la Procura addebita le responsabilità delle estorsioni. Soldi chiesti ai migranti, anche con metodi violenti, per abitare nelle camere dell’ex Astor occupato abusivamente. Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare con cui dispose gli arresti in carcere recepiva queste linee dell’accusa. Disponendo ora il mantenimento della misura in carcere, sottolinea che dagli interrogatori, così come dalle indagini, non sono emersi elementi nuovi rispetto alle esigenze cautelari della prima ordinanza.

 

I genitori della piccola Kata sostengono di aver sempre detto la verità.

La madre in occasione della manifestazione del 10 agosto a Firenze, a due mesi dalla scomparsa della figlia ha dichiarato:”Abbiamo detto tutta la verità. Abbiamo lasciato i cellulari ai carabinieri. Di più non possiamo fare. Voglio sapere perché hanno preso mia figlia. Faccio tante ipotesi. Ma non posso credere che per un litigio abbiano preso una bambina”.

Il padre di Kata: “Mai avuto un problema così grave da giustificare che prendessero mia figlia. Ho avuto dei piccoli problemi. Ma ne ho subito parlato ai carabinieri, e niente è così grave da giustificare questo”.

 

© Riproduzione riservata

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