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CALENZANO – Tragedia di Calenzano, centinaia di persone in piazza: “Basta morti sul lavoro”.
Centinaia di persone, tremila per gli organizzatori, alla manifestazione a Calenzano, provincia di Firenze, per lo sciopero provinciale indetto da Cgil, Cisl e Uil dopo la strage di lunedì mattina 9 dicembre al deposito Eni di via Erbosa.
Una strage sul lavoro. La manifestazione, davanti alla sede del Comune di Calenzano, sindaco Giuseppe Carovani, si è aperta con la lettura dei nomi dei cinque lavoratori che hanno perso la vita, nomi salutati da un lungo applauso e da un minuto di raccoglimento, a cui è seguito anche un ringraziamento ai vigili del fuoco, soccorritori e forze dell’ordine.
Il cordoglio per le vittime : Vincenzo Martinelli, 51 anni, Carmelo Corso, 57 anni, Gerardo Pepe, 46 anni, Franco Cirielli, 46 anni, Davide Baronti, 49 anni.
Numerose le delegazioni dei lavoratori, inclusa una dello stabilimento Eni di Livorno, tanti anche gli amministratori toscani a testimoniare la loro solidarietà per la seconda tragedia nel giro di pochi mesi nell’area fiorentina, dopo quella di via Mariti, lo scorso 16 febbraio.
“Servono più controlli e più ispettori”, è stato ribadito dal palco. Ma non solo. Negli interventi istituzionali, sia il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani che il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani hanno evidenziato la necessità di ridiscutere il posizionamento di impianti ad alto rischio. In piazza fra gli altri, il segretario regionale del Partito democratico, il deputato Emiliano Fossi, “il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere sempre più centrale”. E Nicola Fratoianni, parlamentare di Avs e segretario nazionale di Sinistra Italiana: “il problema principale è che si parla sempre delle stesse cose, che andrebbero risolte una volta per tutte”.
Bernardo Marasco (Cgil Firenze): “Se il lavoro è frammentato, diviso, svalutato, lì si annida la possibilità di maggiori rischi per la sicurezza”. Rossano Rossi (Cgil Toscana): “Il Governo e le imprese devono mettere al centro la sicurezza sul lavoro”
Giani: “Lavoratrici e lavoratori, istituzioni e cittadini uniti nel presidio indetto da Cgil, Cisl e Uil. Uniti nel dolore, da qui una unica voce: più tutela sul lavoro e della vita umana. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita”.
Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze): “Per la seconda volta quest’anno accade una strage sul lavoro a Firenze. Questo ci strazia, ma allo stesso tempo ci impedisce di restare zitti. Anche in questo caso, pur nella grande diversità tra le vicende del cantiere Esselunga e del deposito Eni, il problema avviene dove ci sono intersezioni di lavoratori esterni ed interni al luogo di lavoro. A via Mariti c’erano gli addetti in appalto, qui c’era la dinamica del ‘carico scarico’. In generale, quando il lavoro è frammentato, diviso, svalutato, lì si annida la possibilità di maggiori rischi per la sicurezza. Quando svalutiamo il lavoro, gli togliamo la capacità di rappresentarsi, permettiamo che proliferi la precarietà, la differenza tra i contratti all’interno dello stesso luogo”.
Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana): “Il mondo progredisce, ma non c’è verso di far calare il numero di morti e feriti sul lavoro. Anzi, in generale le condizioni di lavoro in alcuni casi persino peggiori di qualche tempo fa. È una costante che viaggia su due binari. Quello tecnico, su cui si dovrebbe intervenire con normative più stringenti, modifiche di legge, formazione ai lavoratori, più controlli e incrociati. E quello politico: abbiamo un mondo del lavoro deregolamentato, frastagliato, sfregiato dalle leggi che i vari governi che si sono susseguiti hanno fatto fino a oggi. Ciò rende il terreno fertile perché si accetti il lavoro purchessia. E quando si accetta il lavoro purchessia, non si accetta quel lavoro che ti permette di inserirti nella società, ma si accetta una forma di lavoro che spesso rasenta lo sfruttamento e spesso è carente proprio dal punto di vista della sicurezza. In questo contesto, creato dalla politica, ci sguazzano molto bene alcuni imprenditori. Il Governo e le imprese devono mettere al centro la sicurezza sul lavoro”.
FAI Cisl Toscana: “La nostra presenza al presidio non è stata solo un atto formale, ma un gesto concreto di vicinanza e solidarietà verso i lavoratori, le loro famiglie e tutte le vittime di questo incidente. Abbiamo voluto essere presenti per testimoniare il nostro impegno a sostenere i lavoratori in un momento così difficile e per ribadire l’importanza della sicurezza sul lavoro, un tema che non può e non deve mai passare in secondo piano.
UIL Toscana: “La rabbia per l’ennesima strage è tanta: siamo alla seconda grande tragedia sul lavoro a Firenze, dopo il crollo del cantiere di via Mariti, in neanche un anno. Non può essere visto come una fatalità o una terribile coincidenza, qui siamo in un contesto lavorativo – a Firenze e provincia – dove servono controlli a tappeto e minuziosi”.