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Stadio di Firenze, ricorso al Tar contro ministeri Economia e Interno

Comune guidato da sindaco Nardella contro Stato per definanziamento 55 milioni. "Mai chiusa porta a Governo per collaborazione istituzionale"

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FIRENZE – Stadio di Firenze, ricorso al Tar contro ministeri Economia e Finanze e Interno.

Depositato il ricorso al Tar del Comune di Firenze contro lo Stato.

Ricorso contro il Ministero dell’Interno e il Ministero dell’Economia e delle Finanze per il definanziamento di 55 milioni del progetto di restyling dello stadio Franchi di Firenze.

Progetto per il quali la gara per i lavori è andata deserta.

Ricorso al Tar contro lo Stato definito “una follia” dal senatore Matteo Renzi, ex sindaco di Firenze.

Da Palazzo Vecchio si fa sapere di “non aver mai chiuso la porta al Governo per una collaborazione istituzionale. E se arriveranno proposte fattibili e concrete nell’interesse della città che non portino alla chiusura e all’abbandono dello stadio Franchi saranno prese in seria considerazione”.

Nel ricorso si fa riferimento al fatto che “la proposta di intervento è stata dichiarata
ammissibile dal ministero dell’Interno che non ha posto alcun rilievo”. “A fine marzo 2023 il direttore centrale del ministero dell’Interno scriveva una nota all’unità di missione Pnrr, inviata anche al Comune di Firenze. Per evidenziare che l’intervento non presentava
criticità rispetto alle condizioni del finanziamento”.

Si evidenzia che non c’è stata richiesta formale di chiarimenti inviata dalla Commissione europea al Comune di Firenze. Così come non c’è stata nessuna richiesta formale avanzata
dal ministero.

Considerate poi  le spese di 10 milioni per l’intero progetto di riqualificazione” il Comune chiede come sia possibile fermare il procedimento.

“Il ministero ha deciso di definanziare il progetto dello stadio per  ben 55 milioni di euro a valere su risorse Pnrr. Senza motivazione alcuna. Trincerandosi dietro non conoscibili osservazioni della Commissione europea. Paventando un inesistente (o, quanto meno, non precisato) pregiudizio concreto alla tutela degli interessi pubblici inerenti alle relazioni internazionali. E alla politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato. È evidente che il definanziamento disposto dal ministero, intervenuto in una fase già avanzata dei procedimenti attivati per la realizzazione dell’intervento di riqualificazione, ha prodotto, fra gli altri, un effetto pregiudizievole in ordine all’esito della procedura di affidamento dei lavori. Obbligando l’ente ad attivarsi per predisporre un’ulteriore procedura di gara”.

 

 

© Riproduzione riservata

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