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Piccola Kata, come sparisce una bambina a Firenze. Cosa non torna

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Piccola Kata

, come sparisce una bambina a Firenze. Cosa non torna.

La data è 10 giugno 2023. Un sabato pomeriggio in cui una bambina bellissima di soli cinque anni sparisce. Addirittura senza lasciare traccia. Ultima immagine ripresa da una telecamera, quella della piccola Kata mentre rientra nel cortile dell’ex Astor, il non più albergo diventato stabile occupato.

Da quel 10 giugno, giorno in cui a Firenze si scoperchia un contesto di violenza e illegalità, per la piccola Kata il nulla.

Nessun arrestato. Ma neanche un solo indagato a oggi. E neppure qualcuno che si sarebbe fatto vivo con una qualsiasi rivendicazione. Niente.

E quello che lascia senza parola è il silenzio di questi giorni.

Interrotto solo dalle parole dell’arcivescovo di Firenze. Da preghiere. E dalla parola speranza.

Tutto tace. Anche il generale Garofano, super consulente della famiglia della piccola Kataleya Alvarez, dopo il sopralluogo all’ex Astor di martedì 20 giugno tace.

Da quel 10 giugno una task force di forze dell’ordine è impegnata a cercare la piccola Kata.

Si è rivoltato fin nelle fogne l’ex Astor. E se l’ultima immagine della piccola Kata è di una bambina che lascia il gruppo degli amichetti col fratellino e rientra, mentre escono due adulti, non c’è un’immagine successiva della piccola Kata che, così come è entrata, esce.

Ma se l’ex Astor è stato rivoltato – otto giorni dopo la scomparsa – dai reparti speciali dei Carabinieri perfino svuotando i pozzi neri e il risultato è nessuna traccia, significa che in qualche modo la piccola Kata di lì è uscita.

E certo se il qualche modo fosse il furgone che ogni settimana farebbe la spola tra ex Astor e Romania, tutto si complicherebbe in chiave ritrovamento.

Ma il qualche modo potrebbe essere qualunque altro modo.

Si è sempre seguita una sola pista. Il sequestro a scopo estorsione per il quale è stato aperto il fascicolo d’indagine.

Ma a quanto pare nessuno si sarebbe fatto vivo. Tranne una telefonata a un’amica della mamma subito dopo la scomparsa, addebitata a un possibile mitomane.

E nessuno sembra aver visto (e se ha visto non parla) anche un solo pur minimo istante della piccola Kata che possa indicare una direzione da percorrere.

Si passa dallo zio che racconta di essersi distratto un attimo mentre controllava la piccola Kata giocare. A ogni possibile via di fuga illustrata da tutte le telecamere tv nel ginepraio in cui viveva la bimba.

Pochi giorni fa, soltanto a quasi due settimane dalla scomparsa, la decisione di passare al vaglio le immagini di 1.500 telecamere di Firenze. 

E intanto il tempo passa.

 

 

 

 

© Riproduzione riservata

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