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Cecilia Del Re lascia il Pd, lista civica per amministrative 2024 a Firenze

Ex assessora in giunta Nardella: "Scelta sofferta. Pd ha scelto chiusura e prepotenza". Con Del Re consiglieri comunali Calistri, Di Puccio e Piccioli. Capogruppo Pd Palazzo Vecchio: "Scelta dei consiglieri non condivisibile e non corretta"

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FIRENZE – Cecilia Del Re lascia il Pd, lista civica per amministrative 2024 a Firenze.

Cecilia Del Re lascia il Pd

Del Re, ex assessora in giunta Nardella poi da Nardella estromessa dalla giunta mesi fa, annuncia una lista civica di centrosinistra per le amministrative 2024 a Firenze.

Con l’ex assessora i consiglieri comunali Pd Calistri, Di Puccio e Piccioli.

Nei confronti dei quali Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio, commenta: “Scelta non condivisibile e non corretta”.

Dunque Cecilia Del Re lascia il Pd. Partito Democratico che a inizio dicembre ha annunciato Sara Funaro, assessora, candidata sindaco per il dopo Nardella alle amministrative 2024.

Cecilia Del Re: “Dopo l’assemblea del 4 dicembre e dopo i mesi di forzature e confronti negati che l’hanno preceduta, insieme ad altre iscritte e iscritti del PD riteniamo inevitabile non rinnovare la tessera del Partito Democratico. Crediamo ancora nei valori fondativi del partito e proprio per questo non è possibile riconoscersi nella gestione di questo PD cittadino. Il Partito Democratico di Firenze ha scelto la chiusura invece della partecipazione, la prepotenza invece dell’ascolto e del dialogo, la paura al posto del coraggio”.

Poi: “Abbiamo atteso che si aprisse un dialogo politico, sui temi e sulle idee, a cui pure abbiamo cercato di contribuire, ma lo abbiamo fatto invano. Il PD ha voluto fare a meno di noi in tutto questo percorso e a noi non resta che prenderne atto. Una chiusura e un’autoreferenzialità che non è stata scalfita nemmeno dall’intervento del delegato della segreteria nazionale, da noi coinvolto per cercare una soluzione. Ma che si è trovato davanti nessuna disponibilità a mettere in discussione scelte preconfezionate. Lo stesso atteggiamento di chiusura dimostrato al proprio interno, questo Pd l’ha replicato anche verso i fiorentini e gli elettori del centro sinistra, ritenuti non più in grado di scegliersi il loro candidato/a sindaco/a”.

Prosegue Del Re: “La nostra è una scelta sofferta.  Ma che si è resa inevitabile al termine di un percorso tutt’altro che trasparente e democratico, da noi puntualmente contestato, senza che alcuna correzione di rotta fosse considerata. In sfregio a quella trasparenza che è il minimo che degli iscritti possano chiedere al partito cui appartengono, non sono neppure stati forniti gli atti della direzione e dell’assemblea che abbiamo ripetutamente chiesto in questo mese e mezzo.

Restare in silenzio a questo punto avrebbe significato rendersi complici di un sistema che rappresenta un precedente pericoloso non solo per il PD Firenze, ma in generale per il Partito Democratico, al cui destino nazionale vogliamo ancora credere. Non ci sono quindi più le condizioni per riporre fiducia in chi oggi “detiene” il PD a Firenze. Né sono all’orizzonte prospettive di cambiamento nelle modalità della sua gestione. Sarebbe bello che il PD si mettesse in discussione e tornasse ad aprirsi, rivedendo alcune scelte errate”.

“Non vogliamo e non possiamo tuttavia disperdere le energie di questi ultimi mesi. E riteniamo importante essere ancora presenti in città per garantire una pluralità di voci e per combattere l’astensionismo. Il sentimento di rassegnazione è ciò che più ci spaventa perché ha preceduto da sempre i periodi più bui della storia delle nostre democrazie. È il momento di “fare rumore”, un rumore costruttivo e propositivo, non di stare ferme/i e zitte/i. Insieme ad un gruppo di eletti in Comune, nei Consigli di quartiere e a membri della società civile, daremo quindi vita ad una lista civica di centrosinistra nella quale far confluire le forze vive della città. Un laboratorio di idee e proposte per Firenze e per la sua area metropolitana aperto alla partecipazione di tutte e tutti”.

“Saremo poi aperti al confronto e al dialogo con tutte le forze del centrosinistra in città che sono pronte a costruire un progetto alternativo per Firenze e non sono allineate alla continuità imposta dal PD di Nardella. Siamo disponibili cioè a far parte anche di una possibile coalizione con altre forze civiche e politiche ancorate nei valori del centrosinistra”.

 

Nicola Armentano, capogruppo Pd in Consiglio Comunale a Firenze: “Mi dispiace per la scelta fatta dai consiglieri Calistri, Di Puccio e Piccioli di abbandonare il gruppo del Partito Democratico di Palazzo Vecchio in un momento importante, proprio alla fine del programma di mandato. Scelta non condivisibile e non corretta. A pochi mesi dalla fine della consiliatura non vi erano motivi per questo strappo vista la grande disponibilità mostrata da tutti nell’affrontare le problematiche. E soprattutto, visto la massima collaborazione da parte di tutti i consiglieri nel risolvere le questioni. Per me tutti i consiglieri sono stati utili e sono tutti utili e, con tutti, c’è stata sempre la massima collaborazione ed il massimo rispetto nell’interesse dell’Amministrazione Comunale. È difficile pensare che qualcuno possa affermare il contrario.

All’interno del gruppo del Partito Democratico non c’è mai stata preclusione nei confronti di qualcuno. C’è sempre stato dialogo e confronto massimo. E anche se a volte i punti di partenza e le opinioni erano diverse abbiamo sempre trovato i giusti compromessi ed i giusti equilibri. I consiglieri stessi che hanno scelto di lasciare il gruppo PD  non hanno mai espresso critiche sull’operato del gruppo. Mi auguro che la scelta possa avere ancora momenti di riflessione in quanto, ognuno di noi, è chiamato ancora a dare il proprio impegno nei confronti dei cittadini che ci hanno scelto ed hanno votato PD.

Allo stesso tempo, nel caso in cui i consiglieri dovessero mantenere questa scelta, che non condivido e che reputo non corretta, apprezzo il fatto che i consiglieri abbiano dichiarato che continueranno a garantire l’appoggio alla maggioranza sul programma di mandato. Nel gruppo la democrazia ha sempre prevalso e quando non vi era sintonia su temi specifici non siamo mai andati avanti a maggioranza”.

© Riproduzione riservata

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