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FIRENZE – Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo a Firenze giovedì 8 maggio, ospite dell’Istituto universitario europeo alla Badia Fiesolana per un dibattito sui temi della sicurezza europea.
Costa accolto da Sara Funaro, sindaca di Firenze, e Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana.
Sit-in di protesta di un gruppo di ricercatori contro la militarizzazione

Costa: “La guerra in Ucraina non è solo una crisi geopolitica, è una prova della nostra identità europea”.
Secondo Costa, l’Europa deve affrontare la nuova realtà di “disordine geopolitico e geoeconomico”, in cui “la forza economica torna a essere inseparabile dalla sicurezza”. Per questo, “oltre a sostenere l’Ucraina, dobbiamo costruire una vera difesa europea. Non ventisette difese nazionali, ma una difesa europea globale. Perché nel mondo di oggi, la pace senza difesa è un’illusione. Al contempo è necessario promuovere la competitività, trasformando il risparmio in investimenti e rimuovendo le frammentazioni del mercato interno, poiché la forza economica è condizione per una vera sicurezza, per la nostra pace”.
“La sicurezza dell’Europa deve poggiare anche su un allargamento rinnovato e partenariati forti per la pace, la stabilità e la sicurezza. L’allargamento è oggi il miglior investimento geopolitico che l’Unione possa fare per un’Europa più forte, sicura e democratica”. Sottolineando Costa che il consesso di capi di Stato che guida “è stato chiaro: dobbiamo essere pronti, politicamente, istituzionalmente e finanziariamente, ad accogliere nuovi Stati membri come Ucraina, Moldavia e i Paesi dei Balcani occidentali. E naturalmente la Georgia, se sarà pronta. Ci vorranno riforme da entrambe le parti, ma è necessario. Non si può tornare indietro”.
“Siamo in una regione che conosce bene quanto il settore della difesa sia cruciale per la competitività, la creazione di lavoro e l’innovazione. Avrò l’opportunità di visitare Leonardo dopo questa sessione: un attore fondamentale per la nostra sicurezza comune, che unisce difesa, tecnologia, innovazione e lavoro di qualità, contribuendo alla coesione sociale e territoriale in Italia e in Europa. L’Unione europea è stata costruita sulle macerie della guerra non solo per impedirne un’altra, ma per creare qualcosa di migliore”.
“L’Ue rappresenta la seconda economia al mondo, con la seconda valuta più forte a livello globale. L’Ue è un progetto di prosperità condivisa, con ramificazioni in tutto il mondo. Questo è ciò che dobbiamo difendere. Questa è la strada da seguire. Ispirati da Antonio Gramsci, con l’ottimismo della volontà per sconfiggere il pessimismo della ragione. Per il futuro della nostra Unione. Per un’Europa di pace”
“È particolarmente simbolico che ci troviamo qui a Firenze, una città che incarna il progetto di pace europeo come parte della sua identità. Un’identità che il sindaco visionario Giorgio La Pira aveva ben compreso, quando nel 1955 convocò a Firenze l’innovativa Conferenza dei Sindaci delle Città Capitali, riunendo i leader dell’Est e dell’Ovest durante l’epoca della Guerra Fredda. I padri fondatori dell’Unione Europea e quelli che sono venuti dopo di loro hanno dimostrato che senza una forte volontà politica, senza azioni concrete, toccando le persone, costruendo la pace dal basso e ai massimi livelli, la filosofia può essere solo un modo comodo di parlare di pace. Dobbiamo mettere in pratica le idee. L’Unione europea è nata non solo come progetto di integrazione economica, ma anche come progetto di pace. Una pace non solo conclusa tra Stati. Una pace costruita, progettata, rinvigorita in modi europei unici”.
Sara Funaro: “Firenze città promotrice di pace e di dialogo. Con il presidente del Consiglio europeo Costa abbiamo condiviso un messaggio chiaro: l’Europa nasce come progetto di pace e Firenze ne è da sempre un simbolo. Lo diceva e l’ha dimostrato Giorgio La Pira, che portò a Firenze i sindaci delle capitali del mondo per incentivare il dialogo e costruire ponti. L’Europa e le città unite sono ora più che mai fondamentali per affrontare le sfide del nostro tempo: i conflitti, il rischio di nuove guerre, la tenuta della democrazia. Firenze ha sempre promosso la pace e la cooperazione tra i popoli e da sempre si fa portavoce di chi crede in questi valori. Grazie all’Istituto Universitario Europeo e alla presidente Nanz per il momento di confronto organizzato oggi alla Badia Fiesolana, occasione in cui ho potuto condividere idee e proposte anche con la presidente del Comitato europeo delle regioni Tüttő.
Antonio Mazzeo: “Costruire l’Europa della speranza significa oggi difendere e rafforzare i nostri valori comuni: la democrazia, la pace, la libertà, la solidarietà. Significa affrontare le sfide della sicurezza non chiudendoci in noi stessi, ma lavorando insieme, rafforzando la coesione interna, costruendo alleanze esterne solide, investendo nella protezione delle persone e dei territori”.
Mazzeo ha ringraziato, “per la sua presenza a Firenze”, il presidente Costa, che a suo giudizio, “ha mandato un messaggio forte: occorre mettere insieme tutte le condizioni per costruire un mondo di pace”. Firenze e la Toscana, ha detto ancora il presidente dell’Assemblea regionale, “sono terra di pace. Non serve riarmare ogni singolo Stato, ma costruire una difesa comune, come modo per poter parlare a tutte le altre potenze del mondo. Purtroppo, siamo tornati indietro, siamo tornati alle grandi potenze, mentre personalmente vorrei che ci fosse un’Europa simbolo di mediazione, luogo di cultura e di pace”. Mazzeo ha citato David Sassoli, “che parlava di Europa come luogo della speranza” e Giorgio La Pira, “per quello che seppe fare per la pace a Firenze”.
“Viviamo un momento storico che non esito a definire cruciale, nel quale la coesione europea viene messa alla prova ogni giorno. Le istituzioni locali e regionali hanno una responsabilità fondamentale: essere un ponte tra l’Europa e i territori, trasformare le grandi strategie europee in risposte concrete per le persone, garantire che nessuno resti indietro, che nessuna area, nessuna comunità, nessun cittadino si senta escluso o dimenticato. La Toscana è pronta a fare la sua parte, come sempre, con una visione aperta, profondamente europea. Vogliamo unire innovazione e tradizione, protezione e crescita, sicurezza e diritti. Continuare a costruire reti di collaborazione tra Regioni, tra enti locali, tra istituzioni e comunità, perché solo attraverso il dialogo e il lavoro comune possiamo trovare soluzioni durature ed efficaci”.
A margine dell’incontro, Mazzeo ha avanzato la proposta di istituire “un servizio civile europeo della memoria, per fare in modo che tutti i diciottenni europei abbiano la possibilità di visitare i luoghi della memoria in tutta Europa, da Sant’Anna di Stazzema ad Auschwitz”.
Al presidente del Consiglio europeo, Mazzeo ha consegnato le tesi di laurea vincitrici dell’ultima edizione del premio ‘Sassoli’. Un ringraziamento “sentito” anche a Kata Tüttő, presidente del Comitato europeo delle Regioni, che domani parteciperà alla seduta solenne del Consiglio regionale per la Festa della Toscana, “per essere qui con noi e per il suo costante e instancabile impegno nel costruire un’Europa più vicina ai territori, ai cittadini e alle comunità locali”. Nel corso del dibattito che si è tenuto nel corso dell’incontro alla Badia Fiesolana, è intervenuta anche Cristina Giachi, presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale della Toscana.