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Ex Gkn, nessun rinvio per la procedura di licenziamento collettivo: insorgono Regione e sindacati

Brutte notizie per i 120 lavoratori ancora in forza all'azienda. Al tavolo a Firenze la nuova proprietà non ha presentato il piano concordatario

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FIRENZE – In attesa del necessario pronunciamento del giudice del tribunale di Firenze, la procedura di ammissione al concordato di Qf è ancora pendente e con essa la definizione dei diritti (crediti da lavoro, stipendi) dei circa 120 lavoratori ancora in forza all’azienda di Campi Bisenzio.

Per questo, al tavolo convocato per la procedura di licenziamento collettivo che si è tenuto tra i rappresentanti di Qf e le organizzazioni sindacali, Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali di Eugenio Giani, ha chiesto una proroga dei termini prima di procedere coi licenziamenti. Qf ha rifiutato e il tavolo tecnico ha quindi registrato il “mancato accordo” fra le parti.

“Come Regione scriveremo al Mimit e al ministero del lavoro per segnalare il mancato rispetto di una legge dello Stato, ovvero del cosiddetto decreto antidelocalizzazioni che in questo caso fu prescritto a Qf dal Tribunale del lavoro di Firenze, che prevede una precisa procedura per l’azienda – spiega Fabiani – Oggi è una giornata drammatica ma noi non lasceremo da soli i lavoratori, sia attraverso il consorzio industriale il cui iter prosegue, anche con il supporto alla cooperativa dei lavoratori, sia attraverso un piano per la ricollocazione che metteremo a disposizione di tutti i lavoratori coinvolti con i Centri per l’impiego e tutti gli strumenti di cui disponiamo come Regione, come formazione e incentivi”.

“L’azienda – spiegano dalla Fiom Cgil di Firenze, Prato e Pistoia – si è presentata senza alcuna documentazione, a partire da quella riguardante il piano concordatario presentato pochi giorni fa al tribunale di Firenze il quale si è preso ulteriori 15 giorni di tempo per richiedere integrazioni e chiarimenti. Durante il precedente incontro istituzionale, lo scorso 13 marzo, l’azienda aveva informato il tavolo che dopo il 18 marzo, giorno di deposito del piano in Tribunale, ne avrebbe dato visibilità a tutti i creditori. Ciò non è avvenuto, per questo la Regione ha chiesto all’azienda di illustrarne i contenuti ma la dirigenza di Qf si è rifiutata.
La Regione ha chiesto allora a Qf di concedere una proroga dei termini della procedura, rinviando i licenziamenti, ma l’azienda ha respinto anche questa richiesta, motivando la scelta con la già avvenuta chiusura dei conti al 31 marzo e la necessità di rispettare i tempi previsti dal piano che non intendono modificare. Per avere certezza del credito spettante ai lavoratori è stata allora esortata la dirigenza a fornirci le buste paga e a darci evidenza dei soggetti che devono finanziare il debito prodotto da Qf con relativa bancabilità. Ennesimo diniego”.

“Quest’azienda si è dimostrata ancora una volta inaffidabile – conclude la Fiom – Senza conoscere gli elementi fondamentali del piano e senza avere la sicurezza dei crediti dei lavoratori non siamo nelle condizioni di affrontare una discussione. Ora potrebbero arrivare 121 lettere di licenziamento: inviteremo i lavoratori ad impugnarle. Con la massima indignazione condanniamo questo comportamento scorretto che ignora ogni principio di responsabilità sociale e di corrette relazioni industriali”.

 

 

 

© Riproduzione riservata

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