FIRENZE – Muore per una presunta overdose detenuto del carcere di Solliccianto di 34 anni.
A denunciare il tragico episodio il sindacato autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del segretario regionale Francesco Oliviero: “Questa notte un detenuto italiano di 34 anni, nativo di Roma, è stato trasportato d’urgenza al nosocomio cittadino di Firenze e, per quanto ci è dato sapere, avrebbe assunto sostanze stupefacenti. Purtroppo, è stato vano ogni operazione posta in essere sia dal personale di polizia penitenziaria nonché del personale sanitario del penitenziario e del 118. Verso le 5.30, considerate le sue condizioni critiche, l’uomo è deceduto in ospedale”.
“Ancora una volta siamo chiamati a commentare una morte in carcere che forse poteva e doveva essere evitata – commenta il sindacalista – Più volte abbiamo ribadito che la struttura del carcere fiorentino è in gravi condizioni strutturali e il lavoro del poliziotto penitenziario è divenuto difficilissimo. Da tempo chiediamo l’istituzione di un reparto cinofili che possa aiutare a prevenire l’introduzione all’interno dell’istituto di sostanze non consentite. Allo stato, seppur sono state espletate tutte le procedure per la selezione del personale, è da circa un anno che queste unità sono in attesa di essere convocate per l’espletamento del corso di formazione. Pertanto, si richiede per l’ennesima volta, un intervento risolutivo sulla questione dell’istituto fiorentino e una presa di posizione certa da parte dell’amministrazione penitenziaria centrale che dia dignità lavorativa a tutto il personale che presta servizio con spirito di abnegazione ed enormi sacrifici”, conclude Oliviero.
Per Donato Capece, segretario generale del primo sindacato della polizia penitenziaria, “un detenuto che muore in carcere è sempre una tragedia” e commenta: “È oramai continua l’azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria. È un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini”.
“Per questo – rimarca – è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Sollicciano ma anche per tutte le altre strutture detentive toscane. Il corpo di polizia penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”, conclude il leader nazionale del Sappe.
Sul tema è intervenuto anche il deputato Pd Federico Gianassi: “A Sollicciano è in atto una strage, il ministro Nordio smetta di girarsi dall’altra parte: non è più possibile andare avanti così, venga di persona a vedere la situazione inumana in cui si trova il carcere fiorentino. I sindacati oggi denunciano la terribile notizia della morte per possibile overdose di un detenuto. A Sollicciano entra anche la droga? I lavori di ristrutturazione, già finanziati dal precedente governo, sono fermi da oltre due anni; molti detenuti sono in condizioni psicologiche e psichiatriche precarie; i suicidi e i morti sono all’ordine del giorno; le aggressioni agli agenti della polizia penitenziaria continue. In presenza di questo scenario il carcere è senza direttore dopo il sollevamento dal suo incarico della direttrice. Adesso basta. È in atto un fallimento clamoroso da parte del governo e della gestione nelle carceri: non c’è più tempo da perdere, il governo deve intervenire immediatamente. Oggi stesso presento l’ennesima interrogazione, che segue le precedenti dalle quali non ho avuto risposta”.