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Agricoltura in Toscana
, se nel 2020 per coltivare un ettaro di cereali in Maremma servivano 878 euro, nel 2022 ce ne vogliono 1.402, con un aumento dei costi del 60%. Mentre un’azienda vitivinicola toscana nel 2021 per le bottiglie di vino (modello base) ha speso 188 centesimi a pezzo, quest’anno, spenderà 288 centesimi per un +53%, a causa dell’aumento dei costi energetici per la lavorazione del vetro.
Sono i dati di Cia Agricoltori Italiani della Toscana.
Per la floricoltura di Pescia, gli aumenti maggiori ci sono stati sul gasolio per il riscaldamento serre +130%, sui concimi-fertilizzanti in genere +160-170%, costo dell’energia quello che vale per tutti i settori e si arriva al raddoppio in questa fase di caro-bollette. Mentre il costo dei fiori (in generale) è aumentato del 10-15%.
Ed a pochi giorni dalla raccolta delle olive, sottolinea Cia, i frantoi per i quali quello dell’energia è uno dei costi principali, saranno costretti ad aumentare il costo delle moliture: in Toscana presumibilmente si passerà da circa 16 euro per un quintale di olive frante, ad una forbice di 18-25 euro al quintale, con ripercussioni dirette per le aziende e per il consumatore finale.
Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana: “L’agricoltura è il settore più esposto alle crisi, da quelle climatiche a quelle di mercato, eppure se ne sente parlare troppo poco. Ma quello che fa più arrabbiare è che sembra scontato aumentare i prezzi dei prodotti a causa dei rincari per qualsiasi tipo di attività; invece, l’agricoltura, stranamente, deve cercare di mantenere i prezzi ai livelli degli scorsi anni”.
Giordano Pascucci, direttore Cia: “Senza interventi ulteriori, però, le imprese saranno costrette a farlo, per non chiudere, con conseguenze immediate sulla spesa alimentare dei consumatori, ai candidati per le politiche del 25 settembre chiediamo di mettere mano a un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy”.