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Green pass, il mondo diverso di Italia e Consiglio d’Europa

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Mentre in Italia si presentano lo stop alle mascherine all’aperto e il super green pass per ballare come un ritorno alla normalità, dopo aver acuito a inizio febbraio il governo Draghi le misure restrittive anti Covid con una curva del contagio in calo, la maggior parte dei Paesi europei viaggia a un’altra velocità. Con i pass in fase di dismissione. E mentre in Italia si discute sul green pass più o meno super più o meno per sempre o chissà per quanto ancora più o meno ovunque, il Consiglio d’Europa, sede a Strasburgo, istituito nel 1949 dalla Convenzione europea dei diritti umani con 47 Paesi firmatari, tra cui l’Italia, afferma che il green pass è discriminatorio. Secondo il testo ‘Vaccini Covid 19: questioni etiche, legali e pratiche’, il green pass viene definito contrario alla scienza in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita. Il Consiglio d’Europa invita gli Stati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato’. I vaccini approvati dall’Ema, si sottolinea, si sono rivelati efficaci nel prevenire le forme gravi del Covid (ricoveri e decessi). Non impediscono invece al virus di infettare l’organismo e trasmettersi a terzi. In Italia lo stato di emergenza dichiarato a fine gennaio 2020 è ancora in vigore fino al 31 marzo 2022. Il che permette al Governo di ricorrere ai Dpcm senza passare dal Parlamento. E la quota, stando ai dati ufficiali esigua, di non vaccinati di fatto nel silenzio generale è posizionata dal governo Draghi in una sorta di lockdown ad hoc, a cominciare dal lavoro.

Certo, è difficile ravvisare una misura sanitaria nell’obbligo del vaccino per salire su autobus, treni, per bere un caffè al bar, mangiare al ristorante, andare al cinema o a teatro, quando basterebbe un tampone a certificare una negatività al Covid. Certo con il vaccino, che non impedisce di contrarre il Covid, pur in forma lieve come affermano gli esperti, se si è ignari positivi e asintomatici, il virus viene trasmesso al bar come sul bus, sul treno, nei posti di lavoro e ovunque. Green pass discriminatorio, tuona il Consiglio d’Europa. Eppure in Italia molti negozianti sono diventati sceriffi al punto di apporre all’ingresso il cartello ‘Per accedere presenta il tuo green pass’. Dal primo febbraio, con curva dei contagi in calo costante, è obbligatorio il green pass per poste, banche e tutti quei negozi che vendono beni che il Governo non considera primari ed essenziali. Di fatto, oltre a una crisi economica al confine con l’inflazione, in Italia si è creata una spaccatura sociale netta, con tutti contro tutti, una messa in scena del dividi et impera, con il green pass definito discriminatorio dal Consiglio d’Europa diventato portatore sano di verità e certezze.

© Riproduzione riservata

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