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Al via Trauma Meeting, esperti a confronto su fratture e complicanze

(Adnkronos) – Al via, domani, al Palazzo dei congressi di Riccione il 16.esimo Trauma Meeting targato Otodi. Gli oltre 2mila ortopedici e traumatologi ospedalieri italiani racconteranno, fino al 4 ottobre, le ultime novità su due temi scientifici: le pseudoartrosi asettiche con particolare riguardo alle cause di questa complicanza ed alle metodiche moderne di trattamento; le fratture malleolari e del pilone tibiale, di frequente osservazione nei reparti di traumatologia, il cui corretto trattamento è fondamentale per evitare l’insorgenza di artrosi di caviglia precoce.  In ortopedia – spiegano gli esperti – una delle patologie più difficili da trattare è la pseudoartrosi postraumatica, una complicanza che può richiedere più interventi chirurgici per ottenere la consolidazione definitiva della frattura. La soluzione migliore è prevenire la comparsa di una pseudoartrosi e perciò bisogna conoscere quali sono le cause che possono determinare la sua insorgenza. I processi che possono impedire la consolidazione di una frattura possono essere legati alle condizioni generali del paziente, ma anche alle condizioni locali. Durante il congresso, si discuteranno anche le tecniche chirurgiche per affrontare la pseudoartrosi, coadiuvate da vari dispositivi da utilizzare per favorire la sintesi ossea: dai fattori di crescita ossea agli scaffold, dal Psp al trapianto autologo di cellule mesenchimali totipotenti e la matrice ossea demineralizzata. Il secondo focus del Trauma Meeting 2024 riguarda le fratture distali di tibia. Fratture gravi perché interessano la caviglia, una articolazione complessa sottoposta al carico e difficile da trattare chirurgicamente. Il terzo distale di gamba risente molto dell’impatto traumatico non solo sull’osso, ma anche sui tessuti circostanti e può risentire in maniera negativa dell’ulteriore danno ischemico legato all’atto chirurgico, soprattutto se non viene scelto attentamente il timing dell’intervento stesso, avvertono gli esperti di Otodi. La complessità della lesione, spesso articolare, la precaria vascolarizzazione e la scarsa copertura dei tessuti molli, contribuiscono ad un tasso relativamente alto di complicanze dopo la sintesi di queste fratture. Il trattamento chirurgico, anche se permette un buon allineamento dei frammenti, è spesso associato a una percentuale molto elevata di deiscenza della ferita chirurgica, infezione e quindi fallimento. Si discuterà anche delle modalità di trattamento degli esiti di queste fratture e cioè della artrosi post traumatica di caviglia che oggi sempre più spesso si avvale della possibilità di utilizzo di protesi di caviglia.  Inoltre, in quest’edizione per la prima volta nella storia del Trauma Meeting e di Otodi (nata nel 1969) si apriranno le porte alla comunità internazionale di Iota (International Orthopaedic Trauma Association) per discutere di linee guida internazionali del trauma in vista della convention di Montreal del 24 ottobre. E ancora, i giovani al centro come ogni anno nel Trauma Meeting: il bootcamp con oltre 300 medici specializzandi del I e del II anno lavoreranno a confronto con i senior di Otodi con una dinamica di apprendimento già collaudata nell’ultimo decennio anche negli altri eventi formativi. Inoltre vi sarà una sessione organizzata e gestita dai medici più giovani, i componenti del gruppo ‘Otodi Young’ che si confronteranno con i maestri della traumatologia. Anche gli infermieri avranno una sessione formativa a loro dedicata ed organizzata dagli infermieri di sala operatoria, collaboratori indispensabili nell’affrontare le sfide della traumatologia moderna. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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