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La novità arriva con un 8 marzo 2025: il femminicidio con il governo Meloni diventa reato autonomo in codice penale.
Come fu per l’omicidio stradale con il governo Renzi.
ll Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge “per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”.
“Si introduce la nuova fattispecie penale di ‘femminicidio’ che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena dell’ergastolo“.
Femminicidio da neologismo registrato da Treccani nel 2008, e nel 2023 da Treccani selezionato come parola dell’anno, e questo la dice lunga sugli omicidi di genere in Italia che sono bollettini di guerra, a reato autonomo con ergastolo nel CdM di venerdì 7 marzo.
Ora, va detto, l‘ergastolo era già condanna riconosciuta in quanto omicidio, in presenza delle aggravanti di legge. Sono a testimoniarlo recentemente tra gli altri Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. E Alessandro Impagnatiello, ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano.
Il passaggio a reato specifico è un riconoscimento della violenza di genere come reato a se stante.
Come evidenzia il Consiglio dei ministri, si prevede che sia punito con ergastolo “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità. In linea con tale intervento, le stesse circostanze di commissione del reato sono introdotte quali aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso, con la previsione di un aumento delle pene previste di almeno un terzo e fino alla metà o a due terzi, a seconda del delitto”.
Premier Giorgia Meloni: “Il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della festa della donna, questo importante risultato”.
Il disegno di legge del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni, spiega il ministro della Giustizia Carlo Nordio, è un “risultato epocale perché il femminicidio viene inserito nell’ordinamento penale come fattispecie autonoma. Fino ad oggi si discuteva di configurare questa particolare e odiosa forma di reato come una circostanza aggravante del reato di omicidio. Aver costituito una fattispecie autonoma da un lato esime da una serie di problematiche tecniche ma costituisce anche una forma di manifestazione potente di attenzione a questa problematica emersa negli ultimi anni in maniera così dolorosa che ha avuto un riconoscimento penale di prima levatura“.
Il ddl prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Ed ancora, per le pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili che riguardano tante donne migranti che vivono in Italia. Pene più dure anche per chi provoca lesioni permanenti al viso, come quelle provocate dal lancio di acido, ma anche per l’omicidio preterintenzionale, l’interruzione di gravidanza non consensuale, gli atti persecutori e chi costringe con la forza una donna a compiere o subire abusi sessuali.
La nuova normativa prevede modifiche anche per quanto riguarda i magistrati: i pm dovranno ascoltare direttamente le vittime senza delegare l’audizione alla polizia giudiziaria e sono estesi anche per loro gli obblighi formativi. Il ddl limita anche l’accesso ai benefici penitenziari per coloro che compiono reati del codice rosso ed introduce il diritto per le vittime di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato a seguito di concessione di misure premiali.