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Si litiga per le presidenze della Provincia a quanto pare.
Come dimostra quanto sta accadendo ad Arezzo, con il centrodestra in cui volano stracci al punto da chiedere con Fratelli d’Italia le dimissioni da sindaco del sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, reo di opporre la sua candidatura per la presidenza a quella della presidente uscente Silvia Chiassai Martini.
Ma come, si domanderà più di qualcuno. Le Province non dovevano essere abolite?
Cosa contano le Province? E soprattutto, quanto contano?
Allora, intanto è finita l’epoca del gratis et amore dei per i presidenti delle Province svuotate in passato anche per quanto riguarda le indennità di funzione.
Nell’ottica, così era stato motivato, dei cosiddetti risparmi della politica.
Indennità di funzione che sono tornate prepotentemente alla ribalta.
Per cui da gennaio 2020 viene ridata dignità economica al presidente della Provincia.
Che, ricordiamo, non è un dettaglio, non viene eletto dai cittadini.
Come invece avveniva in passato, prima del cosiddetto smantellamento delle Province che poi come si vede non c’è stato.
Ma dai sindaci e dai consiglieri comunali dei Comuni della Provincia.
Il che significa che, salvo molto clamorosi colpi di scena, il nome del presidente, con candidati di diverse forze politiche, è già fatto sulla base delle maggioranze.
Con accordi che possono essere conclusi anche prima del voto, vedi la candidatura unitaria e conseguente elezione, del neo presidente della Provincia di Prato.
Quanta dignità economica hanno ora i presidenti della Provincia?
Tanta quanta i sindaci dei Comuni capoluogo.
Che ricevono, si sa, un’indennità di funzione in base al numero degli abitanti.
E che vedono la loro indennità molto, ma molto rivalutata con la legge di Bilancio 2022 varata dal Governo Draghi.
“La Legge di Bilancio 2022 approvata in via definitiva dal Parlamento il 29 dicembre u.s., prevede, ai commi da 583 a 587, un incremento delle indennità di funzione dei sindaci dei
Comuni capoluogo sede di città metropolitana e dei sindaci dei Comuni delle Regioni a
statuto ordinario in una misura percentuale, proporzionata alla popolazione, al trattamento
economico complessivo dei presidenti delle Regioni (attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili). Anche le indennità di funzione di vicesindaci, assessori e presidenti dei Consigli comunali saranno adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti sindaci con l’applicazione delle percentuali vigenti nel DM 119/2000″.
Con scatti in tre anni dal 2022 fino a stabilizzarsi nel 2024.
In soldoni, per esempio, il sindaco di Firenze passa in tre anni a 13mila euro lordi, il sindaco di Livorno a quasi 11mila euro lordi.
Il sindaco di Arezzo poco meno.
La differenza per i presidenti di Provincia sta nella cassa.
Cioè in sostanza la Provincia corrisponde al presidente la differenza tra l’indennità di funzione del sindaco di capoluogo e quella già percepita come sindaco nel Comune che amministra.
Di solito sono piccoli Comuni con relative indennità di funzione.
Ad Arezzo si sfidano i sindaci di Anghiari e Montevarchi, a Livorno la neo presidente Sandra Scarpellini è sindaco di Castagneto Carducci e il suo sfidante Davide Montauti sindaco di Campo nell’Elba. A Prato il neo presidente della Provincia Simone Calamai è sindaco di Montemurlo.
Per cui per i presidenti di Provincia cambia solo un passaggio di cassa.
Ma anche per loro, come diceva il grande Totò, è la somma che fa il totale.