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L’interesse scientifico verso il rapporto tra sonnellino pomeridiano e cervello è cresciuto negli ultimi anni, una delle analisi più citate è quella condotta dall’University College London. Secondo gli studiosi, le persone che riposano brevemente nel primo pomeriggio possono mantenere più a lungo il volume cerebrale, un parametro che tende naturalmente a diminuire con l’età.
La ricerca, condotta su ampi campioni di popolazione e su dati genetici, indica che chi ha l’abitudine – o la predisposizione – a fare un breve pisolino presenta strutture cerebrali mediamente più preservate rispetto a chi non riposa durante il giorno. Questa differenza, spiegano gli autori, può tradursi in diversi anni di “vantaggio biologico” rispetto al normale processo di invecchiamento.
Gli studiosi ipotizzano che il beneficio sia legato ai meccanismi che il cervello attiva durante le prime fasi del sonno leggero. In questo intervallo il sistema nervoso riduce attività e stimoli, consentendo un certo recupero funzionale. Brevi riposi, compresi tra 15 e 30 minuti, sembrerebbero ottimali perché non compromettono il sonno notturno e favoriscono un migliore equilibrio neurochimico nel corso della giornata.
I ricercatori precisano che la durata è un elemento chiave: i sonnellini troppo lunghi possono portare torpore al risveglio o interferire con il ritmo sonno-veglia, mentre un riposo contenuto aiuta a recuperare energia senza scendere nelle fasi di sonno profondo. Secondo le indicazioni fornite dagli esperti, la fascia oraria più adatta si colloca tra le 13 e le 15, quando l’organismo attraversa un fisiologico calo di vigilanza.
Pur non mostrando miglioramenti immediati nelle prestazioni cognitive, il sonnellino regolare sembra contribuire a mantenere la struttura cerebrale più stabile nel tempo. Un volume del cervello più alto è considerato un indicatore di buona salute neurologica e rappresenta un fattore di protezione rispetto a forme di deterioramento cognitivo legate all’età.



