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Livorno, l’Agenzia delle Entrate e la mostra di Modì. Il sindaco: “Presentiamo ricorso”

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LIVORNO – “Su questa vicenda ci sono due versanti totalmente distinti. C’è il versante tecnico amministrativo che vede i nostri dirigenti della ragioneria e dell’avvocatura lavorare con professionalità insieme al professionista esperto in materia di diritto tributario che abbiamo individuato. L’amministrazione comunale sulla base della convenzione siglata dal Governo della Repubblica Italiana ed il Governo degli Emirati Arabi Uniti per evitare le doppie imposizioni di imposte in materia tributaria sul reddito e prevenire le evasioni fiscali intende rivolgere istanza di annullamento in autotutela all’Agenzia delle Entrate poiché l’accordo internazionale è stato pienamente rispettato nell’operazione”. Luca Salvetti, sindaco di Livorno, è intervenuto in Consiglio Comunale in merito alla vicenda Modigliani, la mostra dedicata al celebre artista livornese tra il 2019 e il 2020 finita nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. Si parla di un duplice avviso di accertamento che potrebbe costare alle casse comunali livornesi fino a 800mila euro. Prosegue Salvetti: “Segnalo che questo accordo internazionale, per chi vuole controllare è stato siglato nel gennaio del 1995 dal governo Berlusconi che ha pensato di poter aprire un percorso con gli Emirati Arabi e stabilire determinati rapporti su questo fronte. La convenzione si applica a tutte le imposte sul reddito e a tutti i soggetti dei due Stati ed è quello il dettato normativo di riferimento al quale ci siamo attenuti”. Poi Salvetti: “Detto questo, in questo lavoro degli uffici si punta sull’inquadramento giuridico tra il Comune e Istituto Restellini, l’inquadramento contabile dell’operazione, nel trattamento fiscale ai fini dell’Iva e al trattamento fiscale ai fini dell’imposta sui redditi. L’affidamento all’Istituto Restellini è stato inquadrato in forza degli atti adottati dal Comune di Livorno come un appalto pubblico di un servizio per il quale è stato acquisito un Cid. Il contenuto del contratto consiste nell’acquisto da parte del Comune della produzione e organizzazione della mostra per il centenario della morte di Modiglian. L’istituto Restellini è una società commerciale estera che in questo affidamento svolge una tipica attività di impresa provvedendo all’esecuzione di un insieme di attività”. Spiega il sindaco: “Quali erano queste attività: la progettazione e la realizzazione della mostra, la cura del prestito delle opere. Per curare la mostra questa amministrazione ha stipulato un contratto con il dottor Risaliti che è il direttore del museo del 900 di Firenze e quindi il curatore della mostra era Risaliti.Ai fini Iva l’operazione è stata considerata sulla base che il Comune opera come regime di impresa e soggetto non residente. Le fatture sono state pagate integrando l’importo dovuto con il valore dell’iva ordinaria al 22%. Dal punto di vista del trattamento fiscale i redditi di Restellini sono stati inquadrati come redditi di impresa ai sensi dell’articolo 23 del Tuir per l’applicazione  dell’imposta ai non residenti”.

Sulla vicenda Modigliani c’è l’intervento di Lega Salvini Premier col capogruppo consiliare comunale Carlo Ghiozzi: “Come Lega, durante il Consiglio Comunale del 12 settembre 2019, ci opponemmo fortemente a quella specifica variazione di bilancio che definimmo scellerata per lo sperpero di denari pubblici per realizzare una mostra che sarebbe stata allestita in un contesto turistico cittadino globale del tutto assente.  Ora si aggiungerebbe a questa spesa pazza quasi un altro milione di euro per negligenza amministrativa che ricadrebbe pesantemente sulle casse comunali e quindi da ripagare con i soldi dei livornesi. Sembra che il sindaco e la giunta vogliano intraprendere un’azione legale di difesa con l’ausilio di un’avvocatura esterna, che sicuramente non verrà gratuitamente a difendere l’operato di chi ci governa. Chi pagherebbe questa ennesima spesa soprattutto nel caso in cui non fosse vinto il ricorso? Per il bene e per le tasche di Livorno speriamo che questa vicenda si risolva per il meglio, ma se così non dovesse accadere, essendo quello contestato da quel che si apprende un reato penale (omessa dichiarazione), chi amministra la città dovrebbe seriamente valutare l’opportunità di lasciare lo scranno ben prima della sua naturale scadenza amministrativa, senza se e senza ma”.

© Riproduzione riservata

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