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Siamo a oltre quattro mesi di guerra in Ucraina.
Finite le indignazioni.
Finite le manifestazioni in piazza con bandiere della pace.
Rimangono le armi con cui l’Europa arma l’Ucraina.
E che l’Italia continua a inviare. Quali, a differenza della Germania, il Governo italiano non lo rende noto e secreta.
E rimangono le sanzioni. Alla Russia.
Che funzionano, ha dichiarato Draghi, reduce dall’incontro con Zelensky a Kiev insieme al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, al Cancelliere della Repubblica Federale di Germania Olaf Scholz e al presidente di Romania Klaus Iohannis.
Quelle che, in un’Italia di scarsa lungimiranza politica, si stanno trasformando in un boomerang economico e sociale per chi però deve continuare a fare i conti con le entrate economiche di sempre.
I flussi di gas russo verso l’Europa continuano a ridursi.
La Russia continua a tagliare il gas.
E i prezzi continuano a schizzare verso l’alto.
Dopo il taglio del 40% alla Germania di mercoledì 15 giugno, e quello del 15% all’Italia di giovedì 16 giugno (coincidenza vuole negli stessi giorni di Draghi a Kiev da Zelensky), venerdì 17 giugno Eni ha comunicato che la corrispettiva russa Gazprom fornirà solamente metà del gas richiesto.
E così gli stoccaggi diventano un miraggio.
Certo, il portavoce del Cremlino dice che le forniture di gas sono temporaneamente ridotte a causa di problemi di manutenzione dei gasdotti e che la Russia è un fornitore di energia molto affidabile.
E mentre si annunciano salassi da +27% gas e più 17% luce per aziende e famiglie italiane, il ministro Cingolani, alle prese con le compensazioni da mettere sul piatto della bilancia per far digerire il rigassificatore a Piombino, dichiara che “Al momento la situazione è sotto controllo“.
Al momento però non siamo alle prese l’inverno.
“Le misure che si stanno pensando in Italia assicurano che non vi sia emergenza durante l’inverno”, ha assicurato Draghi pochi giorni fa al termine del Consiglio europeo a Bruxelles.
Garantendo Draghi altresì “Siamo impegnati a proteggere e sostenere il potere di acquisto degli italiani“.
Intanto l’Europa fa slittare a ottobre la decisione su un tetto al prezzo del gas.
Certo, il Governo ha abbassato l’Iva al 5% sul gas e azzerato gli oneri di sistema in bolletta. Non basta. Non può bastare.
Un Governo che sta lavorando a un nuovo decreto interministeriale per l’invio di aiuti militari in Ucraina. Una decisione di continuare a sostenere Kiev anche sul piano militare ribadita da Draghi nei giorni scorsi in Parlamento. Le Camere hanno approvato una risoluzione con le comunicazioni del premier in cui si ribadisce il sostegno all’Ucraina.
Una guerra in Ucraina che secondo i dati del Kiel Institute for the World Economy fino al 10 maggio all’Italia è costata 482 milioni di euro di aiuti. La maggior parte del supporto è di tipo finanziario, 310 milioni, e militare, 150 milioni. In minima parte umanitario con 22 milioni.
Questo fa dell’Italia l’ottavo donatore al mondo, dietro Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea, Polonia, Germania, Francia e Canada.