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Morire nel porto sicuro di Livorno, città dell’accoglienza

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Li hanno trovati cadaveri, nelle acque del porto di Livorno in cui si erano gettati da una nave cargo proveniente dal porto tunisino di Rades, a bordo della quale i due migranti si erano nascosti.

E’ finito così il viaggio di due giovani nordafricani, che il 30 ottobre tuffandosi in mare avevano cercato una via di fuga della disperazione dopo essere stati scoperti.

Con i cadaveri dei due ragazzi recuperati martedì 4 novembre, prima affiorato uno, poi l’altro. Erano stati dichiarati dispersi. Adesso sono ufficialmente cadaveri. Chi siano ancora non si sa.

Morti nel porto sicuro di Livorno, città solidale e dell’accoglienza della Toscana solidale e dell’accoglienza.

Livorno porto sicuro, da quando col governo Meloni è diventato meta di sbarco delle navi ong, dalla vigilia di Natale 2022 in poi la grande rete umanitaria della città, con la prefettura in prima linea, ha accolto centinaia e centinaia di migranti.

Livorno porto del ‘Qui nessuno e straniero’, non solo frase che con striscione accoglie i migranti in arrivo. Ma anche frase che ha dato il titolo a una pubblicazione in cui il Comune di Livorno rendiconta il grande lavoro di accoglienza svolto dalla città col suo porto sicuro.

E’ una tragedia di forte impatto brutale che non ha avuto grande risalto mediatico. E che via social riceve più commenti razzisti che solidarietà.

Eppure sono morti due ragazzi. Due ragazzi che si aggiungono alle migliaia e migliaia di vittime sepolte nel cimitero Mar Mediterraneo.

Tante vittime sono bambini. Tante vittime sono adolescenti.

Tutte vite che non hanno avuto la fortuna di nascere dalla parte fortunata del mondo.

Secondo le cronache, i due ragazzi sarebbero stati scoperti a bordo della nave cargo Stena Shipper, bandiera Danimarca, arrivata a Livorno. E sarebbero riusciti a fuggire dalla cabina in cui sarebbero stati rinchiusi. Per evitare il rimpatrio, il disperato tuffo in mare. Forse risucchiati dalle eliche di un’altra nave in movimento. Le acque in quei giorni erano molto torbide, la conseguenza di un’ondata di pioggia con allerta meteo.

Fino al ritrovamento dei due corpi in mare martedì 4 novembre, era circolata l‘ipotesi che uno dei fosse riuscito a sopravvivere, a risalire in banchina e fuggire chissà dove.

Non è stato così.

In attesa venga fatta chiarezza su tutta la vicenda, Asgi, associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e Unione Sindacale di Base di Livorno la richiesta di chiarimenti l’hanno formalizzata a Procura della Repubblica e a Polizia Marittima. Chiedendo “le motivazioni del mancato accesso al territorio per i due cittadini stranieri, se agli stessi sia stata garantita adeguata informativa legale e la possibilità di manifestare la volontà di richiedere protezione internazionale”.

Chiedendo altresì “se ai due cittadini stranieri sia stato notificato un provvedimento di respingimento verso il porto di Rades, in Tunisia, dove la nave cargo era diretta dopo una sosta nel porto di Genova”.
Aggiungendo “Quello che sappiamo con certezza, anche attraverso testimonianze dirette di lavoratori portuali, è che i due ragazzi sono scesi dalla nave battente bandiera danese, e sono rimasti per ore a terra nei pressi del varco Zara. Hanno chiesto di poter parlare con un avvocato o un mediatore? Hanno espresso la volontà di richiedere asilo politico?
Come mai, a distanza di poche ore da momento in cui sono finiti in mare, è stato autorizzato il passaggio, proprio nello stretto canale industriale, di una grande nave della compagnia MSC?”.

Buongiorno Livorno via social: “Buongiorno Livorno piange la morte di due poveri ragazzi venuti qui alla ricerca di una vita migliore.

Purtroppo nel porto di Livorno hanno trovato la morte: dopo aver tentato di arrivare qui nascosti su una nave, sono stati scoperti e rinchiusi in una cabina.
Per fuggire si sono buttati in mare dopo aver forzato la porta della cabina e sono stati risucchiati dalle eliche della nave che stava transitando.
Non sappiamo chi erano, da dove venivano e cosa li avesse spinti fin qui.
Ciò che sappiamo è che nessuno dovrebbe essere costretto a essere clandestino, nessuno dovrebbe essere braccato come un animale, nessuno dovrebbe essere costretto a mettere a repentaglio la propria vita per avere una vita degna”.

Possibile scrive via social: “Hanno affrontato un viaggio di oltre mille chilometri nella speranza di una vita migliore e quella vita l’hanno persa, anche a causa di chi negli anni ha promosso politiche di respingimento disumane e autoritarie.

I flussi migratori non possono essere fermati, si può e si deve lavorare affinché non diventino una mattanza“.

© Riproduzione riservata

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