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LIVORNO – Il PD di Livorno in questi giorni ha inviato alla stampa un interessante documento nel quale individua le “priorità essenziali per garantire il successo” della Darsena Europa.
Sempre in queste ore, a turno, si alzano con cadenza regolare voci che invocano “continuità nella gestione” per ottenere il rispetto dei tempi e il ‘buon fine’ delle opere programmate.
Anche se viviamo in un’epoca dove la memoria storica è “labile e lavabile“, qualcosa ritorna però alla mente.
Era il 2010 quando il buon Roberto Piccini mi srotolò davanti il progetto per il microtunnel, il piano per l’allargamento del canale Magnale, lo scavalco ferroviario e le prime bozze della futura Piattaforma Europa.
Il microtunnel serviva per consentire l’allargamento del canale Magnale alle navi portacontainer senza danneggiare e interrompere il flusso di greggio dalla darsena petroli verso la raffineria. L’ampliamento del canale, con resecazioni e lavori per tutelare la meravigliosa torre del Marzocco, era destinato a rendere più accessibile (e sostenibile economicamente) la Darsena Toscana alle sempre più grandi navi portacontainer.
Poi c’era il tema della specializzazione delle aree del porto da riorganizzare, il TCO (rinfuse secche) che si doveva spostare, il magazzino dei forestali anch’esso da spostare per destinare una banchina solo alle crociere e la litigiosità/concorrenza tra operatori.
Ebbene, sono passati 15 anni, e la maggior parte di questi temi sono ancora sostanzialmente irrisolti. Però si continua a dirci e a dire che bisogna fare presto.
Il microtunnel
è stato rimandato di lustri e pare sia ancora da completare, ma probabilmente non serve più perché la raffineria va verso altre lavorazioni; il canale del Magnale è stato allargato quanto si poteva, ma le navi sono cresciute oltre ogni limite e ormai qui arrivano quasi solo le feeder. All’Alto Fondale le rinfuse e i forestali sono ancora lì davanti ai crocieristi (“ma si sposteranno presto..“). Le compagnie storiche hanno venduto praticamente tutti i tesori di famiglia, tanto che i figli che prima avevano di diritto il posto fisso del padre pensionato ora sono disoccupati o precari a tempo determinato. I pesci grossi della logistica e del forwarding si sono comprati aziende storiche livornesi delle quali è rimasto solo il marchio.
L’agenda delle cose da fare nel porto di Livorno è scritta nelle sue linee essenziali da 15 anni, ma i progressi sono stati molto pochi. Fa quindi spuntare un sorriso amaro leggere che tra le priorità del PD c’è il completamento del microtunnel e la ‘accelerazione’ dello scavalco ferroviario, progetti avviati nel 2010, quando l’automotive esisteva ancora.
Abbiamo inoltre la fortuna di avere un prefetto volitivo e determinato a rendere la cabina di regia sulla Darsena Europa un istituto funzionante, ma la sua visione è oggetto di (non troppo) sottili critiche riconducibili a un “pensiamo a fare presto, senza assegnazioni temporanee”; peccato che non si fa presto da 15 anni.
Eppure, nonostante questo, si chiede continuità nella gestione. Sì, certo, in linea teorica sarebbe una buona cosa. Ma, purtoppo anche dopo questa presidenza, serve un nuovo cambio di passo.
E’ opinione di chi scrive che il miglior presidente che il porto abbia avuto sinora sia stato l’ing. Stefano Corsini; per il peggiore omissis..
Sicuramente è tempo di cambiare ancora e scommettere su nuove figure, che si spera possano spingere l’ente verso maggiori risultati. Quindi benvenuto a Davide Gariglio e al segretario generale che sarà scelto. Quest’ultimo, se vicino al ministero e al Governo, potrebbe velocizzare alcune pratiche e far sbloccare fondi preziosi per i collegamenti infrastrutturali.