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“A Gaza è genocidio”.
Lo ha stabilito in un dossier Coi, Commissione Internazionale Indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite.
In quello che ormai è un punto di non ritorno, mentre l’Europa con von der Leyen annuncia la proposta delle primissime sanzioni a Israele mirate a ministri estremisti e a concessioni commerciali, ma il settore delle armi non sarebbe toccato, Coi su Gaza mette un punto fermo.
Scrivendo nero su bianco la parola genocidio.
La Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta delle Nazioni Unite presieduta dalla giurista Navi Pillay pubblica un dossier con cui conclude che “Israele ha commesso genocidio contro i palestinesi a Gaza sulla base di quanto raccolto da molteplici fonti e valutato attraverso la rigorosa cornice legale della Convenzione sul genocidio del 1948, a cui Israele partecipa”.
Pillay, già presidente del Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda e giudice presso la Corte Penale Internazionale, nonché Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, evidenzia sul New York Times: “La prevenzione di un genocidio non è un’azione discrezionale per gli Stati. E’ un obbligo legale e morale e non ammette ritardi. La legge richiede azione, la nostra umanità comune l’esige”.
Puntando il dito il dossier della Commissione Onu verso il presidente israeliano Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant
Accusa di genocidio respinta al mittente dal presidente israeliano Isaac Herzog
“Israele respingiamo categoricamente questo cosiddetto ‘rapporto’ e i suoi autori caduti in disgrazia, la cui mancanza di legittimità è così totale che essere citati nelle loro accuse è di per sé un’approvazione della nostra lotta per i diritti umani. Mentre Israele difende il suo popolo e chiede il ritorno degli ostaggi, questa commissione moralmente fallita si ossessiona nel dare la colpa allo Stato ebraico, nel mascherare le atrocità di Hamas e nel trasformare le vittime di uno dei peggiori massacri dei tempi moderni in imputati”, ha aggiunto il presidente”.
Secondo la commissione indipendente Onu, da ottobre 2023 le autorità e le forze armate israeliane hanno commesso “quattro dei cinque atti genocidi elencati nella Convenzione sul genocidio del 1948”. Vale a dire, spiega la commissione Onu, uccidere membri di un gruppo, causare loro gravi danni fisici o mentali, infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica totale o parziale e imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo.
Commenta Amnesty International: “Fondamentale è che la Coi abbia inoltre concluso che le autorità e le forze israeliane hanno avuto e continuano ad avere l’intento genocidario di distruggere, in tutto o in parte, la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Dichiarazioni rese dalle autorità israeliane costituiscono prove dirette dell’intento genocidario, mentre il modello di condotta delle forze israeliane fornisce prove indirette sufficienti a farne derivare come unica inferenza ragionevole l’esistenza di tale intento”.