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I bambini di Gaza uccisi da bombe, fame, indifferenza.
Per loro la candidatura al Premio Nobel per la Pace. Una proposta partita dalla Puglia, dall’associazione ‘L’Isola che non c’è’ di Latiano, presentata alla Camera dei Deputati a fine luglio scorso. “Il Nobel per la Pace ai bambini di Gaza sarebbe un messaggio universale: nessuna guerra può cancellare il diritto di un bambino alla vita e alla dignità”, sottolineano i promotori.
Bambini palestinesi che l’Italia sta accogliendo nelle strutture sanitarie.
I nomi di oltre 12mila bambini palestinesi e israeliani uccisi dal 7 ottobre 2023 al 15 luglio 2025 pronunciati uno a uno per ore, dal cardinale Matteo Zuppi. Con la speranza che “fermandosi sulla sofferenza dei bambini si possa ricominciare qualcosa di nuovo e diverso”.
I bambini migranti sepolti nel Mediterrano grande cimitero. Circa 3.500 bambine, bambini e adolescenti sono morti o scomparsi nel tentativo di attraversare la rotta migratoria del Mediterraneo centrale verso l’Italia negli ultimi 10 anni, secondo le stime più recenti dell’UNICEF, il dato è pubblicato a metà aprile scorso. “È come se, per un decennio, ogni giorno un bambino avesse perso la vita”. Ci sono bambini morti anche nel naufragio nel Mediterraneo di fine luglio scorso.
I bambini ucraini deportati e sfollati dall’inizio della guerra con la Russia.
Con la lettera della first lady degli Stati Uniti Melania Trump consegnata dal presidente Trump a Putin in Alaska.
Il punto europeo sui bambini ucraini lo scorso luglio a Strasburgo.
Putin nei confronti del quale, ricordiamo, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ha emesso mandato di arresto internazionale, accusato di crimini di guerra e deportazioni.
Così come aveva emesso nei confronti del premier israeliano Netanyahu mandato di arresto, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Premier israeliano Netanyahu che ha proposto Trump per il Nobel della Pace.
I bambini ci guardano. Vittime indifese da cui troppo spesso lo sguardo viene distolto.
Come si legge nella proposta di candidatura al Premio Nobel per la Pace per i bambini di Gaza “Premiare i bambini di Gaza significa riconoscere la loro sofferenza innocente; affermare che ogni bambino, in ogni luogo del mondo, ha diritto alla pace. chiamare la Comunità Internazionale alla responsabilità collettiva verso chi non può difendersi. Il Nobel per la Pace ai bambini di Gaza sarebbe un messaggio universale: nessuna guerra può cancellare il diritto di un bambino alla vita e alla dignità”.
Secondo quanto dichiarato da Amnesty International, pubblicato il 18 agosto 2025, “Israele sta portando avanti una deliberata campagna di riduzione alla fame nella Striscia di Gaza occupata attraverso la sistematica distruzione della salute, del benessere e del tessuto sociale della vita palestinese”.
“Amnesty International rendendo nota una serie di sconvolgenti testimonianze di civili palestinesi, i cui racconti hanno rafforzato ulteriormente le conclusioni cui era già giunta l’organizzazione per i diritti umani: la combinazione mortale tra fame e malattie non è uno sfortunato effetto secondario delle operazioni militari ma è il risultato atteso di piani e politiche che Israele ha ideato e attuato, negli ultimi 22 mesi, per infliggere deliberatamente alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, parte integrante del genocidio in corso.
“Proprio mentre Israele minaccia di lanciare l’invasione su vasta scala di Gaza City, le testimonianze che abbiamo raccolto sono molto più che un catalogo di sofferenze: sono un feroce capo d’accusa verso un sistema internazionale che, da decenni, autorizza Israele a tormentare le persone palestinesi nella quasi totale impunità”, ha dichiarato Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International.
Amnesty International: “Mentre nel mondo milioni di persone continuano a scendere in strada per protestare e i leader mondiali si mostrano in gesti retorici, la deliberata e sistematica campagna israeliana di riduzione alla fame continua a infliggere sofferenze indicibili a un’intera popolazione. Bambine e bambini palestinesi muoiono mentre i loro familiari sono costretti a scegliere tra due soluzioni impossibili: ascoltare, senza poterli aiutare, le grida dei loro figli emaciati che supplicano cibo o rischiare di essere uccisi o feriti nella disperata ricerca di cibo”