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PRATO – Indagata per corruzione, la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, si è dimessa.
Questa la decisione della prima cittadina dopo l’avviso di garanzia della procura di Firenze per i rapporti ‘sospetti’ con un imprenditore, che sarebbe stato munifico nelle campagne elettorali dell’esponente dem.
La decisione è stata annunciata durante una giunta straordinaria, dopo che in Consiglio la prima cittadina aveva annunciato di voler proseguire nella propria esperienza. Lunedì si terrà l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. La sindaca ha 20 giorni di tempo per ritirare le sue dimissioni, se non avverrà la giunta cadrà, Prato passerà in mano ad un commissario fino alle prossime elezioni.
Immediati i commenti politici sulla scelta della sindaca.
“Alla luce delle dimissioni del sindaco di Prato Ilaria Bugetti, ex consigliere regionale del Pd ed ex presidente della Seconda Commissione consiliare, la necessità che il consiglio regionale toscano affronti nei luoghi istituzionali la vicenda si fa ancora più insistente considerando che i reati contestatole sarebbero stati commessi quando ricopriva la carica di consigliere. Pertanto auspichiamo che il Consiglio regionale non si sottragga dalla dicussione che faremo in Aula il prossimo mercoledì a partire dalla mozione che abbiamo presentato”. Lo dicono il capogruppo Fdi in consiglio regionale Vittorio Fantozzi, il consigliere e vicecoordinatore regionale Fdi Diego Petrucci e i componenti del gruppo di Fratelli d’Italia a seguito degli ultimi sviluppi del caso Bugetti.
“I reati per i quali Bugetti risulta indagata sarebbero stati commessi durante il suo ultimo mandato di consigliere regionale, quando era presidente della seconda commissione consiliare, per questo riteniamo opportuno che il Consiglio regionale affronti la questione. La vicenda fa venire a galla una gestione alquanto opaca dei rapporti di potere del Pd toscano, già emersi e sotto i riflettori della vicenda a Keu. Anche in questo caso, non si può non porsi dei dubbi riguardo alla trasparenza e alla correttezza delle dinamiche della macchina regionale che sembrerebbe un ventre molle esposto a vicende torbide! È nostro compito tutelare questa istituzione, comprendere laddove il sistema assuma contorni grigi ed intervenire. Con questo non è nostra intenzione sostituirci all’operato della magistratura e vogliamo che il Consiglio faccia una discussione nell’assoluto rispetto di quelle che sono le garanzie di presunzione di innocenza nei confronti di chiunque, a maggior ragione del sindaco Bugetti augurandoci che l’indagine sia il più breve possibile; ma non possiamo sottrarci dal discutere questi fatti, i toscani hanno bisogno di comprendere cosa sta succedendo nei Palazzi regionali”.
“Nello specifico chiediamo – dicono Petrucci e Fantozzi – che la giunta regionale attivi una indagine interna, valutando anche l’istituzione di una Commissione speciale d’Inchiesta, per comprendere il coinvolgimento delle strutture e procedure regionali sia nell’inchiesta Keu che per il caso Bugetti; chiediamo sempre alla giunta di accertare che le condotte di Bugetti, quale presidente della Seconda commissione consiliare, non abbiano avuto ricadute sull’operato della stessa commissione”.
Così Marco Furfaro, deputato e membro della segreteria nazionale Pd: “La decisione presa dalla sindaca rappresenta un grande atto di responsabilità e di rispetto verso le istituzioni e la magistratura. Una scelta difficilissima, sul piano umano e politico, che dimostra il suo senso dello Stato e l’amore per Prato. Abbiamo sempre detto – a differenza della destra che non molla una poltrona e attacca i magistrati – che ci si difende nei processi, non dai processi. La città non poteva essere oggetto di una continua speculazione della destra o avere ombre che ne minavano l’operato. Ci batteremo per Prato, per i pratesi che anche in questo frangente si sono mostrati preoccupati ma rispettosi”.