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Vino Nobile Montepulciano, nasce Pieve. In commercio nel 2025

Prima annata 2021 con 300mila bottiglie. Vicepresidente Regione Saccardi: "Orgogliosi e grati". Presidente Consorzio: "Importante strumento promozione Toscana nel mondo"

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Vino Nobile Montepulciano, nasce Pieve. In commercio nel 2025.

‘Pieve’ è la nuova tipologia del vino Nobile di Montepulciano, prima Docg d’Italia.

Sarà in commercio il primo gennaio 2025 con l’annata 2021 che avrà circa 300mila bottiglie.  Mentre per l’annata 2022, rende noto il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, sono oltre 700mila le bottiglie in cantina.

Pari a circa il 10% della produzione totale di vino Nobile di Montepulciano.

Stefania Saccardi, vicepresidente Regione Toscana, assessore agroalimentare: “Un’operazione di grande visione che rende merito al lavoro lungo e attento compiuto dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, di cui la Regione Toscana non può che essere orgogliosa e grata”.

Il Comitato Nazionale Vini ha dato l’ok definitivo al testo di disciplinare.

Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano annuncia la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e quindi l’iscrizione presso il Registro delle Denominazioni Europee.

Il Ministero Agricoltura ha approvato il nuovo disciplinare. Ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Saccardi: “La vitivinicoltura è il settore agricolo che più di ogni altro ha fatto proprio il concetto di terroir. Quanto realizzato dal Consorzio va nella direzione che anche la Regione sta promuovendo. Valorizzare il  tema del marketing e dell’innovazione che rappresentano davvero un pilastro nella politica del settore. E che consideriamo una strada maestra per far crescere in valore i vini di territorio, portatori di elementi positivi come tradizione, storia, coerenza stilistica, legame con un luogo specifico, eccellenza sensoriale e sostenibilità”.

Poi: “Già nel 2019 la Regione aveva dato il via libera alla modifica del disciplinare del vino Nobile, Rosso e Vinsanto di Montepulciano riguardo alla dicitura da utilizzare in etichetta, con il termine “Toscana” da aggiungersi alla denominazione: “Vino Nobile di Montepulciano. Denominazione di origine controllata e garantita Toscana. Proprio per consentire di aumentare la tutela nei confronti del consumatore finale. E permettere  al Consorzio di intensificare l’attività di promozione del territorio per una migliore e più puntuale comunicazione.

Andrea Rossi, presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano: “Un risultato che abbiamo atteso. E che anche grazie al fondamentale supporto della Regione Toscana, insieme a quello del Ministero dell’agricoltura e del Comitato Nazionale Vini, è arrivato a completare quello che è un progetto di filiera da un lato. Dall’altro un suggello in etichetta alla menzione Toscana. Con Pieve, qualità, storia, territorialità e unicità si rafforzano creando un nuovo importante strumento di promozione di Montepulciano e della Toscana nel mondo”.

Luca Tiberini, vicepresidente del Consorzio: “E’ stato nel 2020, in piena pandemia, che abbiamo iniziato a pensare a questo progetto. Volevamo trovare una chiave che legasse ancora di più il Nobile di Montepulciano al suo territorio e alla sua storia. Abbiamo studiato e approfondito i documenti nelle biblioteche e archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino. Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone. Definite nel disciplinare di produzione Uga (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione ‘Pieve’ in etichetta”.

La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, spiegano dal Consorzio, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo. In particolare la volontà del Consorzio “è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna. E che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo”.

 

Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone), con un massimo di 70 quintali per ettaro. Uvaggio legato al Sangiovese (85%) e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice e provenienti da vigneti di almeno 15 anni di vita. Tre anni di maturazione (obbligatori 12 mesi in legno e 12 in bottiglia). L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione ‘Pieve’ (oltre al disciplinare che prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), “nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio all’interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una visione univoca”.

 

 

 

© Riproduzione riservata

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