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MONTEPULCIANO – Minorenne sospetto di radicalizzazione e vicino al terrorismo islamico collocato in comunità.
Questa mattina, in provincia di Siena, la Digos della questura di Firenze e la stazione dei carabinieri di Montepulciano hanno dato esecuzione alla misura cautelare del collocamento in comunità, emessa dal Gip del tribunale per i minorenni di Firenze, Maria Serena Favilli, su richiesta del procuratore Roberta Pieri e del sostituto procuratore della al medesimo tribunale, Giuseppina Mione, nei confronti di un ragazzo tunisino di 15 anni, indagato per i reati di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e per porto di armi o oggetti atti ad offendere.
L’attività d’indagine è nata nel dicembre del 2024, a seguito di un intervento dei militari della stazione di Montepulciano che, dopo una segnalazione di allontanamento del ragazzo da parte del padre, dopo neanche due ore lo hanno trovato mentre vagava nella periferia di Montepulciano. In quella circostanza il minore, oltre ad essere stato trovato in possesso di un coltello a scatto, ha manifestato simpatie per il terrorismo islamico. Tale circostanza ha condotto al sequestro del cellulare del minore, la cui analisi è stata delegata, dai titolari del fascicolo coassegnato, alla Digos di Firenze.
Dall’attività degli investigatori dell’antiterrorismo internazionale della Digos fiorentina è emerso un quadro altamente sintomatico di un percorso di radicalizzazione del ragazzo attraverso il web. La forte attrazione per la tematica jihadista è emersa, in primis, dalle numerose ricerche da lui effettuate su web per informarsi sul jihad, su vari tipi di armi, su come raggiungere la Siria e, perfino, su come costruire una bomba.
Tali simpatie lo hanno reso facile esca di un’attività di indottrinamento ed arruolamento giunta fino alla prestazione del giuramento e compiuta attraverso l’utilizzo di piattaforme di messaggistica che garantiscono un alto tasso di anonimato. Inoltre il minore, dopo aver prestato giuramento all’organizzazione descritta dall’adescatore come “…gruppo di musulmani provenienti da tutto il mondo che mirano a sostenere i nostri fratelli oppressi in Palestina, Siria, e persino i nostri fratelli uiguri in Cina”, per accelerare il processo di affiliazione e accreditarsi maggiormente all’interno del gruppo, si è reso stesso lui artefice di tentativi di arruolamento di altri persone. Infatti, a novembre 2024 è stesso lui che invia al suo interlocutore il testo del giuramento che, per ritenersi concluso, dovrà essere riscritto da colui che lo presta e condiviso con il mittente.
Nel cellulare del minore sono stati trovati video in cui l’indagato, con il volto travisato da un passamontagna, in nome di Allah, minaccia il compimento di gravi azioni di violenza contro i ‘miscredenti’.
Il Gip mediante l’applicazione della misura cautelare del collocamento in comunità, ha inteso impedire il rischio di reiterazione di reati della stessa specie, considerato che il minore ha subito gli effetti di un indottrinamento di matrice terroristica in una fase delicata del suo sviluppo, con il concreto pericolo che l’indagato, intensificando la sua radicalizzazione. possa compiere atti di violenza a carattere dimostrativo ed indiscriminato verso la collettività.