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Inflazione
, in Toscana riprende a crescere. Rimbalzo negativo.
Nuovo sprint dell’inflazione in Toscana ad aprile 2023, +8,7%.
Dopo “l’illusorio rallentamento” di febbraio e marzo, il tasso che misura il livello medio dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) è di nuovo in risalita. Nel mese di aprile 2023 ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile.
A dirlo è Coldiretti Toscana in riferimento alla diffusione dei Istat relativi al mese di aprile 2023.
Il presidente Fabrizio Filippi: “Il rimbalzo dell’inflazione ci preoccupa. La curva è tornata a salire. Significa che le misure attivate fino a qui non hanno ancora messo in moto le leve giuste. Ci siamo illusi. Il dato regionale di aprile conferma che c’è un rimbalzo negativo e questo comporterà nuovi rincari per le famiglie e per le imprese. Frena, e questa è una buona notizia, il carrello della spesa nonostante ci siano ancora molte storture lungo la filiera dal campo alla tavola e molta disomogeneità da provincia a provincia. Per questa ragione è necessaria una maggiore vigilanza ed applicare, laddove è previsto, la legge contro le pratiche sleali a tutela dei consumatori e di chi produce”.
A causare il caro vita, illustra Coldiretti Toscana, sono principalmente l’accelerazione dei prezzi di trasporti (da 11,3 a 13%), ricreazione, spettacoli e cultura (da 3,8 a 4,5%), servizi ricettivi e di ristorazione (da 7,4 a 8,8%), i servizi di alloggio (da 10,3 a 17,4%) e pacchetti vacanza (da 12,3 a 23,4%).
In quattro province il dato generale dell’inflazione è superiore alla media regionale: si tratta di Firenze (+0,8%) dove è cresciuta di più, Massa Carrara (+0,7%), Livorno (+0,7%) e Pisa (+0,6%).
L’inflazione più alta si registra a Siena (9,6%), dove l’indice è stabile rispetto a marzo, seguita da Grosseto (9,4%), Massa Carrara (9,2%), Pistoia (8,9%), Firenze (8,8%), Pisa (8,7%), Livorno (8,5%) e Lucca (8,5%) e Arezzo (7,8%).
Giù invece l’inflazione che misura i prezzi dei generi alimentati e delle bevande analcoliche che decelera di 1,3 punti percentuali passando da 13,6% a 12,3% con differenze però sostanziali tra territorio e territorio. Fare la spesa costa di più a Grosseto (15,1%) mentre è ad Arezzo che le famiglie pagano di meno.