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Sovraffollamento ospedali, Giani: “Turisti extra Ue pagheranno spese”

Firenze, Pisa e ospedali costa toscana con maggiore afflusso turisti extra Ue in pronto soccorso. Giani: "Risorse in più che riscuoteremo serviranno anche per abbattere liste di attesa"

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Sovraffollamento ospedali, Giani: “Turisti extra Ue pagheranno spese”

Per abbattere le liste di attesa la Toscana cercherà nel  proprio bilancio altre risorse, “visto che dal Governo non ne sono arrivate e la possibilità di spendere, in deroga, quelle assegnate all’interno del fondo sanitario si esauriranno probabilmente entro ottobre. L’operazione si dovrebbe concretizzare con la prossima variazione di bilancio, entro un mese”.

Lo ha annunciato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani nel corso di un briefing con i giornalisti.

Ma novità ci sono  anche per i pronto soccorso. L’assessorato alla sanità è stato infatti incaricato di introdurre procedure  per riscuotere con maggior certezza di oggi quanto dovuto per le prestazioni sanitarie erogate ai turisti stranieri, non apolidi, che provengono da fuori l’Unione europea o lo Spazio economico europeo, che non sono cittadini della Svizzera o di alcune paese con cui l’Italia intrattiene rapporti di reciprocità assistenziale. Una legge nazionale impone già a tutti di pagare per il rimborso delle prestazioni rese. Solo una parte  oggi però salda il conto. Con l’occasione  – la delibera è di prossima approvazione – saranno omogenizzate anche procedure e tariffe tra le varie Asl.

Le aree dove maggiore è l’afflusso di turisti stranieri extra Ue nei pronto soccorso sono Firenze, Pisa e alcuni ospedali della costa. L’idea è quella di prevedere meccanismi che garantiscano il pagamento obbligatorio delle prestazioni erogate dal sistema sanitario regionale toscano. Quello che ai turisti sarà chiesto – non agli stranieri con permesso di soggiorno o ai temporaneamente presenti –  sarà la somma delle tariffe regionali delle singole prestazioni ricevute, un forfait giornaliero per il ricovero in osservazione breve intensiva (laddove risulti necessario) e l’eventuale, successivo, costo di degenza nei reparti.  Niente sarà dovuto nel caso di malattie infettive, la cui cura  e ricovero riguarda non solo la salute del singolo ma la prevenzione collettiva così come previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità.

“A Santa Maria Nuova a Firenze come sulla costa  – spiega il presidente Giani – una marea di turisti affolla i pronto soccorso. L’intervento è semplice: così come oggi se andiamo negli Stati Uniti sappiamo che dobbiamo farci un’assicurazione sanitaria per evitare costi non banali nel caso di ricovero in un pronto soccorso, così è giusto che gli stranieri che vengono in Italia da un paese extraeuropeo facciano altrettanto, per un principio di reciprocità”. “Quelle risorse in più che riscuoteremo – aggiunge Giani – potranno essere utilizzate per la giusta remunerazione del personale dei pronto soccorso ma anche per abbattere magari le liste di attesa. Proprio oggi peraltro, vista la sostanziale inefficacia del decreto del Governo, la giunta darà incarico agli uffici di studiare un’implementazione del piano per contrastare le liste di attesa attingendo a risorse regionali”.

“I pronto soccorso vivono una fase complicatissima, per la carenza di personale e gli afflussi in crescita. Come assessorato stiamo lavorando su più fronti per alleggerirne il carico e farli funzionare al meglio” risponde ai giornalisti l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini. “Quanto al decreto liste di attesa del Governo – prosegue l’assessore – confermiamo il giudizio radicalmente critico e negativo. Il Governo non ci mette un euro in più di adesso, non ha una strategia sull’appropriatezza delle prestazioni e impone misure, da noi peraltro praticate da anni come, tra le tante, il Cup unico per le prestazioni nel pubblico e nel privato convenzione, capaci di mettere ordine ed assicurare maggiore trasparenza nella gestione ma che non si sono rivelate risolutive”.

“Se avessimo avuto un pacchetto minimo di misure straordinarie e risorse dal governo  – conclude Bezzini – le avremmo potute impiegare da subito. Invece rischiamo di finire ad ottobre le risorse che, all’interno del fondo sanitario, possono essere spese in deroga e dunque vivere con affanno gli ultimi due mesi dell’anno. Per questo stiamo pensando ad un’implementazione del piano, non semplice, alimentato da risorse regionali”.

© Riproduzione riservata

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