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Da via Mariti a Calenzano: la Toscana dei morti sul lavoro.
Da via Mariti a Calenzano, è una strage sul lavoro in Toscana.
Cinque morti nel crollo del cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze il 16 febbraio 2024.
Cinque morti nell’esplosione deposito Eni di Calenzano, Firenze, il 9 dicembre 2024.
In un sistema di sicurezza sul lavoro in cui i morti raccontano e testimoniano che qualcosa non ha funzionato in termini di garanzia sicurezza e tutela sul lavoro.
Cosa non ha funzionato lo diranno le indagini.
C’è Luca Tescaroli, a capo Procura di Prato da alcuni mesi, a dirigere le indagini. Tescaroli, anche raggiunto a Prato da minacce di morte, titolare indagini stragi di mafia, compresa la strage dei Georgofili, che ha subito dato incarico a due periti esperti di esplosivi che si occuparono della strage di Capaci. Inchiesta di cui si era occupato Tescaroli quando era a Caltanissetta.
Sarebbe escluso un sabotaggio a Calenzano. Ci sarebbe stata in corso una manutenzione straordinaria, secondo i primi accertamenti della procura di Prato.
Aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Il sito Eni di Calenzano è area a rischio incidente rilevante. Come recita la Protezione Civile, in Italia esistono attualmente 971 stabilimenti industriali che, per le loro attività, utilizzano specifiche sostanze pericolose e sono quindi classificati come a ‘rischio di incidente rilevante’.
Un’area a rischio di incidente rilevante ben circondata in termini urbanistici e infrastrutturali. Perfino palazzetto dello sport e piscina di Calenzano, che hanno riportato danni per l’esplosione così come le altre aziende, sono poco distanti dal deposito Eni. Ci sono 26 feriti, alcuni gravi, oltre alle cinque persone che hanno perso la vita. Il sindaco Giuseppe Carovani ha chiesto di valutare la chiusura del deposito Eni.
Giani, presidente Regione Toscana, ha evidenziato “L’area dove si trova il deposito Eni, sito sotto normativa Seveso perché a rischio di incidenti rilevant non è ideale per un deposito di stoccaggio con 24 serbatoi di carburanti, ma è evidente che lo era quando è stata realizzata, perché era aperta campagna e vi era l’immediato collegamento con l’autostrada. Ma nel frattempo a Calenzano si è sviluppata una forte zona industriale, l’area tra Firenze e Prato si è densamente abitata e per il futuro sicuramente non si presenta appropriata una collocazione di questo genere, e indubbiamente dovranno essere revisionate le attività svolte”.
E se si è ben costruito in area a rischio incidente rilevante, e ci si chiede perché, come sia stato possibile, significa che gli strumenti urbanistici vanno rivisti.
Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana: “L’impegno è quello di lavorare per cambiare gli strumenti urbanistici e fare in modo che non ci siano più all’interno delle città spazi come questi, che non ci sia più la possibilità di realizzarli in luoghi come questi”.
Monia Monni, assessora regionale: “E’ un evento drammatico che fa venire in mente le immagini di via Mariti, non è tollerabile che le persone escano di casa dal lavoro e non tornino”.
Il 16 febbraio 2024 crollo nel cantiere di via Mariti a Firenze dove si sta realizzando un centro Esselunga. A lasciare la vita nel cantiere cinque operai: Mohamed Toukabri, 54 anni, Bouzekri Rahimi, 56 anni, Mohamed El Farhane, 24 anni, Taoufik Haidar, 43 anni, Luigi Coclite, 60 anni.
Lunedì 9 dicembre 2024 in via Erbosa a Calenzano esplosione deposito Eni.
Le vittime: Vincenzo Martinelli, 51 anni, autotrasportatore, originario di Napoli, residente a Prato. Carmelo Corso, 57 anni, nato a Catania e anch’egli residente a Prato; Gerardo Pepe, 46 anni, nato in Germania da genitori italiani; Franco Cirielli, 46 anni, originario di Matera; Davide Baronti, 49 anni, nato ad Angera, provincia di Varese, ma cresciuto a Livorno, residente a Bientina, in provincia di Pisa.