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Referendum cittadinanza: Toscana in prima linea quorum boom

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Referendum cittadinanza: Toscana in prima linea quorum boom

Referendum cittadinanza, quorum di 500mila firme raggiunto e ampiamente superato con largo anticipo rispetto alla scadenza del 30 settembre per firmare.

Con un boom di firme in pochissimi giorni per chiedere in sostanza di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza nel territorio della Repubblica italiana necessario per ottenere la cittadinanza. Oltre alla residenza ininterrotta in Italia resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza.

Toscana in prima linea col numero di firme che ha permesso di raggiungere il quorum con boom negli ultimi giorni per il referendum con un comitato promotore promosso da Più Europa e sostenuto dai partiti Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista e da numerose associazioni.

Ma a spingere verso il quorum boom sono stati personaggi che hanno aderito, come Julio Velasco, Zerocalcare, Alessandro Barbero, Roberto Saviano, Ghali, Malika Ayane.

Il quesito referendario mira a modificare l’articolo 9 dell’attuale legge sulla cittadinanza, la numero 91/1992. A febbraio è previsto il vaglio della Corte Costituzionale sull’ammissibilità. Il possibile voto a primavera.

E mentre la premier Meloni commenta: “L”Italia ha una ottima legge. Non vedo quindi la necessità di cambiarla. Poi, se c’è un referendum quella è democrazia e decidono gli italiani, io ho sempre grande rispetto di quel che decidono gli italiani”, in poche ore ben 180mila firme hanno fatto volare verso il quorum il referendum, evidenzia Youtrend.

Mentre il vicepremier Tajani, leader Forza Italia, che in piena estate aveva espresso parere favorevole allo ius scholae: “Il tema è assolutamente sentito perché è una cosa giusta, non condivido i contenuti perché cinque anni è una proposta che non va bene, cinque anni significa la fine delle elementari, non si è cittadini italiani dopo cinque anni di studi. Dopo dieci anni, sì”.

Ad aver contribuito di più sono le regioni del Nord, sottolinea Youtrend: in termini assoluti risulta prima la Lombardia con 106 mila firme al pomeriggio di martedì 24 settembre, mentre l’Emilia Romagna è quella che ha registrato maggiori adesioni rispetto alla popolazione (1166 ogni 100.000 abitanti). Seguono Piemonte (1061), Lombardia (1059), Lazio (1030) e Toscana (1003). 

Toscana che vede la sindaca Sara Funaro, Pd, “Firenze darà la cittadinanza onoraria a tutte le bambine e a tutti i bambini che hanno concluso un ciclo di studi qui.  E’ ora che il Governo cominci ad ascoltare il Paese”

E in Toscana hanno firmato, tra gli altri, i vertici istituzionali con il presidente della Regione Eugenio Giani, Pd, e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, Pd. Hanno firmato, tra gli altri il segretario regionale Pd Emiliano Fossi e il senatore leader di Italia Viva Matteo Renzi.

Giani: “Ho firmato il referendum cittadinanza, un passo importante per modernizzare le regole per ottenere la cittadinanza italiana e rendere più equo l’accesso ai diritti per chi vive, lavora e contribuisce alla nostra società. Ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza nel territorio della Repubblica italiana necessario per ottenere la cittadinanza non è solo un atto di giustizia, ma anche un modo per allinearci a molti altri Paesi europei. Sono convinto che questo cambiamento possa dare speranza a milioni di persone, che già fanno parte integrante del tessuto sociale ed economico del nostro Paese”.

Mazzeo: “Ho deciso di firmare per la campagna referendaria promossa da una rete di associazioni per i diritti civili e da cittadini e cittadine che chiedono di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana. Non solo una questione di civiltà, ma anche di inclusione e coesione sociale. Continuare a negare la cittadinanza a chi vive nel nostro Paese e contribuisce alla crescita della nostra società è una forma di discriminazione che mina i principi di uguaglianza e rende le nostre comunità meno integrate e meno capaci di esercitare diritti e doveri”.

Il pisano Nicola Fratoianni, leader Avs: Ancora una volta l’Italia dimostra di essere molto più avanti di chi la governa. Adesso bisogna continuare a firmare, anche solo per vedere la destra sempre più in crisi di nervi di fronte a un’Italia che non conoscono e che si rifiutano di vedere. Riprendiamoci i diritti, un voto alla volta”.

Emiliano Fossi: “Garantire questo diritto a chi ha costruito qui la propria vita e contribuisce ogni giorno al nostro Paese è un passo fondamentale verso una società più equa e inclusiva”.

Marco Simiani, deputato Pd: “È arrivato il momento di dare un segnale forte e compiere una scelta di civiltà che offrirà maggiori certezze di crescita: culturale, lavorativa, economica e, soprattutto, sociale. Firmare per questo referendum significa sostenere una riforma giusta e necessaria, che guarda al futuro del Paese e promuove una società più inclusiva e equa”.

Come si legge sul sito web Ministero giustizia, la normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni. Il presente quesito propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri stati UE.

Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
In Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2.5 milioni.
Il quesito referendario: “Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonche’ la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?”.

 

© Riproduzione riservata

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