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È un organico con un’istruzione alta,
dalla spiccata presenza femminile, che si avvia al ricambio generazionale. E che, al di là della pandemia, ha saputo nel corso del tempo prendere sempre più familiarità con istituti nuovi come il telelavoro.
Sono alcune delle immagini del personale della Regione Toscana proposte dal “Rapporto sulla situazione e sulle dinamiche del personale maschile e femminile e sullo stato di attuazione delle azioni positive per l’anno 2021”. Il Rapporto, documento obbligatorio secondo il Testo unico regionale in materia (l.r. 1/2009), analizza la situazione, le dinamiche e lo sviluppo professionale del personale presso le Direzioni della Giunta regionale, del Segretariato generale del Consiglio regionale e di Artea, adottando l’ottica della differenza di genere. Il report fa anche il punto sulla realizzazione delle Azioni positive contenute nello specifico piano per il personale 2021/2023, ovvero quelle misure temporanee speciali previste dal Codice delle pari opportunità (D.lgs. n. 198/2006) e rivolte alla realizzazione delle pari opportunità, del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni.
“Il quadro che presenta questo rapporto, commenta il presidente della Regione Eugenio Giani, ci dice che l’amministrazione è sulla strada giusta su parecchi fronti. Sa adattarsi alle esigenze che si propongono, inizia a ripopolarsi di energie fresche, è attenta a colmare i divari di genere. Continueremo a lavorare in queste direzioni facendo sempre di più e meglio. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i lavoratori e lavoratrici. Grazie al loro impegno e alla loro dedizione la Regione è un ente che sa assicurare efficacia ed efficienza a servizio della comunità e dello sviluppo dei territori”
Dopo il grande balzo verso le tremila unità in seguito alla riforma delle province che portò a inglobare i dipendenti di quegli enti, il 2021 ha conosciuto un nuovo aumento di lavoratori e lavoratrici della Regione. Oggi sono 3.289, 137 in più rispetto all’anno precedente. Il saldo positivo sul 2020 è l’effetto delle procedure concorsuali per l’assunzione di nuovo personale per circa 300 unità e degli esodi per quiescenza per oltre 160 unità.
Le donne sono il 59,4% (1953 unità) del totale, prevalendo così sugli uomini, che si attestano a 1336 unità.
Le categorie professionali
La fascia di livello D è quella più popolata con 1609 unità. Segue il livello C con 1263 unità, mentre 265 sono i dipendenti in categoria B, 12 quelli collocati nella categoria A. Si aggiungono poi 64 persone in comando, provenienti da altre amministrazioni ed enti. L’area dirigenziale conta 119 unità.
L’età media dei dipendenti regionali si attesta sui 52,65 anni. Pur restando mediamente alta e in andamento sostanzialmente parallelo tra i generi, registra un calo rispetto al 2020 quando era superiore di circa un anno. L’inversione di tendenza è da attribuire all’infornata di personale più giovane prodotta dai concorsi realizzati in questi mesi. La fascia anagrafica under 35 passa da 23 a 114 unità (65 donne e 49 uomini). Diventa anche più consistente quella 35-44 anni con un +50 rispetto al 2020, raggiungendo quota 364. Tra i più giovani, si segnala la presenza di 3 under 25.
Sei dipendenti su dieci sono laureati
Il livello di istruzione del personale regionale è mediamente alto. Il 58,07% ha una laurea o una laurea breve, con un aumento di circa 3 punti percentuali rispetto al 2020. A questi dati si aggiungono diplomate e diplomati che rappresentano il 36,24% del totale.
Oltre alla prevalente presenza femminile, dal Rapporto emergono alcuni spunti interessanti sul fronte del superamento dei divari di genere. Innanzitutto c’è un avanzamento nell’attribuzione a donne delle Posizioni organizzative (incarichi di responsabilità, di prodotto e di risultato all’interno della categoria D). Su 621 Po, 345 (55,55%) sono attribuite a dipendenti donne, con un aumento rispetto al 2020 di 10 unità (e di oltre 23 rispetto al 2018). La proporzione tra uomini e donne si inverte quando si osserva l’area dirigenziale, in cui su 119 unità gli uomini si attestano al 59,22%. Anche se va sottolineato come tra il 2020 e il 2021 vi sia stato un balzo di ben quattro punti percentuali delle dirigenti donna che passano dal 36% a circa il 41%.
Sulla questione dei divari di genere, da evidenziare altri due punti attribuibili alla cultura dominante, in particolare al peso dei carichi di cura familiari che continua a ricadere soprattutto sulle donne. In primo luogo il gender pay gap, legato soprattutto alla fruizione di congedi parentali e o di istituti quali il part-time. In Toscana il divario di retribuzione è al -2,09%, pari alla media italiana che riguarda i dipendenti della pubblica amministrazione, con una forchetta che varia dal -4,69% per la categoria C al -1,03 nella categoria A. Sul fronte dei permessi e dei congedi parentali ex l 104/1992, il totale dei permessi orari e giornalieri si divide tra il 25,26% per gli uomini e il 74,74% per le donne.
Il telelavoro domiciliare non è una novità imposta dall’emergenza sanitaria scoppiata nell’inverno 2020. L’istituto è stato avviato in Regione Toscana in fase sperimentale sin dal 2003. La sua utilizzazione è stata ampliata nel corso degli anni successivi, in quanto considerato strumento concreto per migliorare l’organizzazione del lavoro. Può essere richiesto dal personale a tempo indeterminato, ad esclusione di dirigenti, posizioni organizzative e personale assegnato alle segreterie politiche. Al 31 dicembre 2021 si attestava intorno al 16% del totale dei dipendenti di Giunta, Consiglio e Artea: 397 unità.
Le azioni positive
Dal rapporto, emergono tre punti su questo fronte. Il 2021 è stato l’anno dell’adozione da parte della Regione Toscana del Piano organizzativo del lavoro agile (P.O.L.A) che rappresenta il primo passo verso la definizione della regolamentazione del Lavoro agile, nelle more della disciplina dello stesso all’interno del nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro Funzioni locali.
In secondo luogo, nella seconda parte dell’anno e con il consolidarsi di un numero rilevante di assunzioni di nuovo personale a seguito di pubblici concorsi, è stato avviato il percorso formativo per agevolare l’inserimento dei neo assunti: è il progetto Induction training per neoassunti, attuato affiancando il personale neoassunto a dei Mentori, ovvero a dipendenti individuati tra il personale con una consolidata esperienza professionale nella fase di accoglienza ed inserimento all’interno dell’organizzazione regionale.
Infine, in evidenza per l’anno 2021, la nomina del Responsabile dei processi per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, figura prevista dal Decreto Legislativo 165/2001 al fine di garantire un’efficace integrazione nell’ambiente di lavoro delle persone con disabilità.