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Rossella Brescia è Carmen: prima nazionale al teatro Petrarca di Arezzo

'Carmen l'ultimo incontro' nell'ambito della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Con Francesco Montanari. Ideazione Elena Marazzita. Regia di Marco Voleri

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AREZZO – Rossella Brescia è Carmen: prima nazionale al teatro Petrarca di Arezzo

Rossella Brescia è Carmen lunedì 25 novembre in prima nazionale al teatro Petrarca di Arezzo.

‘Carmen l’ultimo incontro’ liberamente tratto dal capolavoro di Bizet, di cui nel 2025 si celebrano i 150 anni dalla morte, nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Con il patrocinio di Amnesty Internazional Italia, si inserisce nella programmazione de ‘La Toscana delle Donne’ della Regione Toscana.

Lo spettacolo nasce da un progetto ideato da Elena Marazzita che ne è anche la coordinatrice artistica, ed è stato realizzato da Aida Studio Produzioni con la regia curata da Marco Voleri.

Protagonista è Rossella Brescia che dà vita a Carmen con una performance di recitazione e danza. Accanto a lei Amilcar Moret, nel ruolo di Don José. La narrazione è arricchita dalla partecipazione straordinaria dell’attore Francesco Montanari, che presta la voce a Don José, creando un’ulteriore dimensione sonora e psicologica con interventi in voice-over. La giovanissima Agatha Fuoco interpreta la piccola Carmen, figura che aggiunge profondità e valore simbolico alla vicenda. La componente musicale è affidata alla voce del mezzosoprano Mariangela Zito, accompagnata dal pianoforte di Andrea Tobia e dal violoncello di Alessandro De Felice. Attraverso monologhi e momenti musicali che omaggiano l’opera di Bizet, il pubblico viene condotto in un viaggio emotivo dalla Siviglia del mito alle piazze di ogni città, dove l’anima di Carmen vive in ogni donna che si batte per la propria libertà. Rossella Brescia e Amilcar Moret danno voce alle dinamiche di amore, possesso e libertà, evidenziando i contrasti e la forza della protagonista.
Giovanna Carlettini, assessora Comune di Arezzo: “Sensibilizzare la cittadinanza su un tema così drammaticamente al centro delle cronache è un’attività importante ed è per tale motivo che l’assessorato alle pari opportunità ha voluto ad Arezzo un panorama di eventi ricco, appassionante e totalmente gratuito. L’appuntamento attorno a cui ruota il calendario, anche perché cade nella giornata internazionale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, è la riproposizione di un classico immortale. Il suo quarto e ultimo atto viene rivisitato in chiave moderna e coinvolgente. Il titolo è emblematico e ricorda che l’appuntamento fatale per la protagonista lo è purtroppo anche per tante donne che accettano di rivedere un ex compagno. L’intento è fare riflettere sui femminicidi che avvengono reiteratamente e sul momento che spesso li precede: essi si consumano infatti dopo un estremo e definitivo tradimento nei confronti delle donne che danno credito a un ingenuo tentativo di chiarimento o addirittura riappacificazione”.

Cristina Manetti, capo di gabinetto Giani, presidente regione, e ideatrice ‘La Toscana delle donn’: Quasi sempre l’ultimo appuntamento è lo scenario costante dei femminicidi, la trappola mortale tesa da chi non accetta la fine di un amore. Le storie, le relazioni mai sono schematiche e gli amori che finiscono raramente portano a un addio condiviso. Ma l’ultimo appuntamento preteso o supplicato dal maschio che è stato lasciato si trasforma troppo spesso in un agguato pericoloso. Dobbiamo dire basta e non considerare l’ultimo appuntamento un atto dovuto o dettato da buone norme di comportamento. Questa Carmen, con la sua storia intensa, lascia un monito, un altro, che ci dice che noi donne dobbiamo essere più preparate e non sottovalutare alcunché”.

Elena Marazzita: “Questo progetto con musica, danza e parole si propone di rileggere l’opera riflettendo sugli attuali tragici fatti di cronaca legati ai femminicidi. Cosa spinge i due a rivedersi, nonostante tutto sia contro tale incontro? La tragedia è davvero sempre solo fatalità, destino? Si poteva evitare? La dinamica del femminicidio segue un copione? Molte volte sì ed è su questo aspetto che la produzione intende fare luce sensibilizzando la collettività e producendo valore attraverso l’arte del teatro e del racconto. Don José ucciderà la donna che crede di amare e lo farà nel momento in cui si renderà conto che tutto è finito e non la potrà più avere”.

© Riproduzione riservata

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