Getting your Trinity Audio player ready...
|
FIRENZE – Una serata surreale e piena di tensione: è quella vissuta all’ospedale San Giovanni di Dio, meglio noto come Torregalli, quando un guasto elettrico di straordinaria portata ha lasciato al buio buona parte dell’ala medicina per quasi sei ore.
Tutto è avvenuto mercoledì sera, attorno alle 20,30, a causa della rottura di un tubo che ha provocato l’allagamento della centralina elettrica. Il blackout ha colpito zone critiche dell’ospedale, alimentando il panico e innescando una crisi gestita dai soli generatori di emergenza, che tuttavia non sono bastati a garantire la piena funzionalità dell’ala interessata. Lavorare, muoversi e assistere i pazienti in quelle condizioni è stato un problema reale.
La situazione ha rischiato di aggravarsi soprattutto tra i pazienti “ad alta intensità” dipendenti da respiratori Niv, alimentati da batterie ormai prossime allo stremo. Solo il tempestivo ritorno della corrente ha evitato trasferimenti urgenti e potenzialmente pericolosi.
L’intensiva è rimasta immune al blackout, a testimonianza della frammentazione dei sistemi di backup tra i vari reparti. I sindacati ospedalieri hanno sollevato la voce di allarme: “Impianti da terzo mondo”, “reparti ostaggio dell’afa estiva” e strutture “inadeguate alle esigenze moderne” sono state le loro parole più dure.
La Lista civica Tomasi presidente ha espresso profonda preoccupazione: definendo il blackout un segnale grave sullo stato della sanità regionale, ha ringraziato il personale per la sua dedizione, criticando però la mancanza di investimenti mirati a garantire standard adeguati di sicurezza.