Getting your Trinity Audio player ready...
|
FIRENZE – Dopo mesi di lontananza i figli hanno riabbracciato il padre, alla fine della Festa del Papà, nell’appartamento a Villaggio Novoli dove sono ospitati.
Protagonista della vicenda è una famiglia rifugiata da Gaza, che si era dovuta separare: i bambini e la mamma sono arrivati a Firenze l’estate scorsa tramite i corridoi umanitari sanitari, e alcuni dei figli sono stati presi in cura al Meyer per una rara malattia genetica. Il padre invece era rimasto a Gaza.
Mamma e figli erano stati assegnati dalla Prefettura a una struttura di accoglienza per richiedenti asilo gestita dalla cooperativa il Girasole e poi hanno trovato alloggio in uno degli appartamenti del progetto Case Preziose, grazie alla collaborazione tra Il Girasole e il Consorzio Fabrica: cinque abitazioni all’interno di Villaggio Novoli – il condominio del progetto Vivismat, realizzato grazie alla collaborazione tra il Consorzio Fabrica, il Consorzio Co&So, la cooperativa Il Girasole e il contributo della Fondazione CR Firenze– che sono sono state messe a disposizione di housing sociale temporaneo per nuclei familiari in difficoltà.
Nella valutazione su come curare i bambini, si è reso necessario fare alcune verifiche medico-sanitarie sul padre, che però si trovava ancora a Gaza.
“L’Irccs Meyer ha redatto una lettera spiegando dettagliatamente la necessità di verificare le compatibilità del padre e l’urgenza quindi di farlo arrivare a Firenze per fare gli esami necessari. La lettera è stata consegnata a un’organizzazione che opera sul territorio palestinese per l’evacuazione di persone per motivi sanitari urgenti” spiega la presidente de Il Girasole Francesca Bottai.
Il padre è così potuto salire su un aereo dell’esercito Italiano: ieri sera è atterrato a Pisa e nella nottata si è ricongiunto con i familiari.
“Ringraziamo tutte le persone e le realtà che si sono adoperate per permettere alla famiglia di riunirsi” dice Andrea Ricotti, direttore dell’area accoglienza e housing sociale de Il Girasole.
“È stato un lavoro di squadra, non facile ma motivato dall’unico obiettivo di sostenere una famiglia già duramente provata e di permettere il ricongiungimento di tutto il nucleo”, conclude Lorenzo Terzani, presidente del Consorzio Fabrica.