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Al Maggio Musicale Fiorentino debutto assoluto per il maestro Dmitry Matvienko

Il 7 settembre riapre la stagione con un concerto dedicato alle composizioni di Sergej Rachmaninov e di Sergej Prokof'ev

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FIRENZE – Teatro del Maggio, si riparte.

Il primo appuntamento della nuova stagione è per sabato 7 settembre 2024 alle 20.

Protagonista sul podio della Sala Mehta, alla guida dell’Orchestra del Maggio, Dmitry Matvienko, al suo debutto al Maggio. In cartellone le composizioni di Sergej Rachmaninov e di Sergej Prokof’ev.

Solista della serata, al pianoforte, Giovanni Bertolazzi, che suonerà il Borgato Grand Prix 333, il più lungo pianoforte a coda da concerto mai realizzato e l’unico esistente al mondo.

Sabato 7 settembre alle ore 20, prende il via la programmazione autunnale del Maggio: l’appuntamento con il primo concerto sinfonico è in Sala Zubin Mehta, con il debutto assoluto del maestro Dmitry Matvienko, sul podio alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Recentemente vincitore dei primi premi nei concorsi Guido Cantelli 2020 e al Malko Competition 2021, si esibisce regolarmente alla guida di importanti ensemble quali la Svetlanov Symphony, la Russian National Philharmonic, la New Russia State Symphony Orchestra e la Moscow Chamber Orchestra.

In locandina un programma interamente dedicato alla musica russa: apre la serata uno fra i più conosciuti pezzi di Sergej Rachmaninov, il concerto per pianoforte e orchestra n.3 in re minore, op.30: composto nel 1909 subito dopo aver superato un periodo per lui complesso, fu eseguito per la prima volta al di là dell’oceano – con solista il compositore stesso – dalla New York Symphony Orchestra diretta da Walter Damrosch, il 28 novembre del medesimo anno.

Solista al pianoforte durante l’esecuzione il giovane e talentuoso Giovanni Bertolazzi: dopo essersi formato al Conservatorio di Venezia, ha ottenuto numerosi e importanti premi, quali il secondo posto al prestigioso concorso internazionale Franz Liszt di Budapest, il Ferruccio Busoni di Bolzano, il Sigismund Thalberg di Napoli e il Premio Pianistico Internazionale Guglielmina Durini Litta; è stato protagonista inoltre al Teatro La Fenice di Venezia, al Palazzo del Quirinale a Roma, nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano e al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo.

Un punto di interesse per questo concerto è segnato anche dallo strumento suonato da Giovanni Bertolazzi: il Borgato Grand Prix 333. Il numero, non casuale, rappresenta infatti la lunghezza complessiva dello strumento, 3,33 metri (la media di un gran coda da concerto è 2,20/2,80), che lo rendono de facto il pianoforte a coda da concerto più lungo di sempre. Realizzato dal maestro vicentino Luigi Borgato, ultimo artigiano che costruisce a mano pianoforti da concerto, è formato da una perfetta amalgama lignea composta dal palissandro per il rivestimento interno; l’acero per i ponticelli; il faggio come cuscino della meccanica; il carpino per le leve, l’ebano per i tasti neri fino all’abete armonico. Questi materiali di altissimo pregio, uniti alla sapienza artigiana di Borgato, rendono il Grand Prix 333 un vero gioiello, capace di far acquisire alle partiture un colore quasi ‘nuovo’.

In chiusura al concerto alcune delle Suites più famose del celebre balletto di Sergej Prokof’ev Romeo e Giulietta: la n. 1 op. 64 bis; la n. 2 op. 64 ter e la n. 3 op. 101. Composto subito dopo il suo ritorno in Unione Sovietica (avvenuto nel 1933, quando Prokof’ev era un virtuoso del concertismo internazionale e uno stimatissimo compositore) fra il 1935 e il sorgere del 1936, il musicista si trovò ad affrontare un ambiente culturale, sociale e soprattutto politico senz’altro spinoso: egli era considerato un esempio di “una cultura individualista e avvizzita” e persino il finale tragico previsto per il suo balletto era considerato inopportuno dalla direzione del Teatro Bol’šoj. Romeo e Giulietta andò infine in scena per la prima volta al Mahen Theatre di Brno in Cecoslovacchia solo il 30 dicembre 1938 con la coreografia di Vanja Psota.

© Riproduzione riservata

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