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Zubin Mehta torna a dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Appuntamento domenica 6 ottobre con la monumentale Sinfonia n. 8 in do minore di Anton Bruckner

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FIRENZE – Il direttore emerito Zubin Mehta torna domenica 6 ottobre alle 17 nella Sala Grande per dirigere l’Orchestra del Maggio nella monumentale Sinfonia n. 8 in do minore di Anton Bruckner. 

Mancava dal podio del Maggio dal 13 giugno 2024, quando diresse il concerto di chiusura dell’86esima edizione del Festival del Maggio, ricevendo un’accoglienza calorosissima (confermata poi dalla tournée in Cina e a Lubiana tra fine giugno e inizio luglio).

Penultima e fra le più celebri composizioni del grande musicista austriaco, la Sinfonia n.8 in do minore di Anton Bruckner fu scritta in sei anni fra il 1884 e il 1890. Nel corso della sua carriera, il maestro Mehta ha avuto modo di confrontarsi numerose volte con l’Ottava e più in generale con la produzione di Bruckner: molteplici sono le incisioni della sinfonia, sia in disco sia in Dvd, registrate dal maestro nel corso degli anni con alcune delle più importanti orchestre al mondo tra cui si ricordano quelle insieme ai Berliner Philharmoniker, alla Los Angeles Philharmonic e alla Israel Philharmonic.

Nessun altro artista del suo tempo fu tanto discusso e criticato quanto Anton Bruckner. Dopo essersi fatto le ossa come organista sperimentando le varie forme di musica sacra, all’età di quarant’anni Bruckner imbocca la via del sinfonismo. Dal 1863 al 1896 compone undici sinfonie decidendo tuttavia di numerarne solo nove, cominciando dalla terza, in segno di reverenza nei con-fronti di Beethoven. Le dimensioni grandiose e la densità sonora delle sue sinfonie, così diverse da quelle del collega Brahms che i viennesi ritenevano le sole degne eredi della tradizione sinfonica germanica, nonché la dichiarata ammirazione per Wagner gli valsero il sarcastico appellativo di sinfonista wagneriano, ponendolo al centro di una diatriba da cui si tenne sempre lontano.

L’Ottava, la più vasta delle sue creazioni sinfoniche, impegna Bruckner per sei lunghi anni di intenso lavoro, dal 1884 fino alle revisioni del 1887 e 1890. La prima esecuzione risale al dicembre 1892 quando Hans Richter, alla testa dei Filarmonici di Vienna, tiene a battesimo un’opera considerata fino a quel momento ineseguibile per arditezze armoniche, difficoltà tecniche e lunghezza spropositata. Opera grandiosa e ambiziosa sotto ogni punto di vista, l’Ottava si distingue per la dilatazione della forma, dello sviluppo tematico e della compagine orchestrale (con i legni a tre e i corni duplicati da quattro a otto). Nei quattro movimenti della sinfonia – che seguono il modello della Nona di Beethoven con lo Scherzo in seconda posizione seguito dall’Adagio – Bruckner lavora per sezioni, frazionando i temi principali in blocchi sonori costellati di aggregati comprimari che concorrono a cementare un discorso musicale di ampia gittata. Il risultato è una costruzione sonora compatta e massiccia in cui trovano spazio anche momenti di leggerezza desolati e suggestive divagazioni. Emblematico è poi l’imponente finale in cui vengono ricapitolati i temi principali dei quattro movimenti in sovrapposizione verticale, un’apoteosi vertiginosa che rinsalda e unifica il monumentale edificio sinfonico.

© Riproduzione riservata

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