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Firenze e la piccola Kata
. L’altra faccia della capitale della cultura.
Firenze si è svegliata all’improvviso.
E all’improvviso il mondo si è accorto che la culla dell’arte è anche degrado.
Quello da cui è stata strappata Kataleya Alvarez, una bambina peruviana di soli cinque anni.
Quello in cui vivono tanti bambini. Che mai dovrebbero vivere così. E che forse non si pensava potessero vivere così anche a Firenze.
Un contesto di degrado che è illegalità.
Dove uno zio a cui la madre di Kata avrebbe affidato la figlia mentre era al lavoro dichiara “mi sono distratto un attimo e nel cortile non c’era più”.
Il degrado di una zona, Novoli, via Maragliano, via Monteverdi, che ben conoscono i residenti.
Esasperati da tempo dall’escalation di delinquenza. Che significa sicurezza sempre più a rischio. Quasi un azzardo per loro rientrare a casa anche soltanto alle undici di sera.
Un degrado che oggi nella Firenze capitale della cultura vede tutto il mondo.
In ansia per Kata, sparita dall’ex hotel Astor sabato 10 giugno.
I primi a essere in ansia sono i fiorentini stessi.
In attesa della pista giusta che riporti Kata in braccio alla mamma.
Una delle città più belle del mondo, al mondo si è scoperchiata mostrando che non è soltanto arte, cultura, bellezza, David di Michelangelo, finali di Coppa e sindaco supereroe.
Magari lo fosse.
La priorità, è ovvio, è trovare sana e salva la piccola Kata.
Prima possibile. Questa bambina bellissima con gli occhioni scuri che chissà dove si trova.
Con tragedie nelle tragedie che vedono al centro la madre e il padre.
E chissà perché chi sa, perché qualcuno che sa o ha visto ci deve pur essere, sembra proprio che non dica.
Poi ci saranno responsabilità e decisioni da prendere.