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GROSSETO – Via Almirante a Grosseto, dopo le polemiche la giunta fa dietrofront.
Il progetto di intitolazione di Via della Pacificazione nazionale, via Berlinguer e via Almirante, torna alla discussione del Consiglio Comunale. Questa, si legge in una nota del Comune di Grosseto, la decisione presa dal sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, condivisa con la giunta comunale e sottoposta al Presidente del Consiglio comunale Fausto Turbanti.
Vivarelli Colonna contestato e fischiato per via Almirante in uscite istituzionali.
Anche durante la celebrazione del 25 aprile.
Vivarelli Colonna: “La proposta, parte di un percorso di più ampio respiro, nasceva da una precisa volontà della mia amministrazione comunale di arrivare a una pacificazione concreta e, allo stesso tempo, da una necessità stringente di superare tutte quelle divisioni ideologiche che ancora oggi sono, purtroppo, causa di malanimi e fraintendimenti e fanno del male alla nostra città. Tuttavia, nonostante sia stato in passato portato a compimento ogni passaggio amministrativo atto a realizzare questo progetto di pacificazione, almeno su un piano toponomastico, prendo atto che tutto questo non si è rivelato ancora sufficiente a placare quei continui e mai sopiti tentativi di una certa parte politica, troppo poco incline all’ascolto e spesso propensa allo scontro vuoto e distruttivo”.
Poi il sindaco: “La scelta in questione, che non deve essere in alcun modo intesa come un passo indietro, rappresenta, piuttosto, un’ulteriore dimostrazione dell’attenzione che la mia amministrazione ha verso tutte quelle logiche che costituiscono la base di un confronto democratico sul territorio”.
Quindi: “Il mio percorso personale nonché lavorativo, venendo io dal mondo sindacale e delle associazioni di categoria, è sempre stato improntato alla ricerca del confronto e della concertazione. Non fa eccezione la mia esperienza politica. Questo significa che, soprattutto come sindaco, il mio dovere è quello di ascoltare, ascoltare e ascoltare. Un metodo operativo certo non scontato, ma che voglio che diventi fondamento del funzionamento della mia stessa amministrazione. Non basta, quindi, limitarsi ad affermare verbalmente di essere il sindaco di tutti, occorre mettere in pratica questa volontà. Ecco che questa necessità di passare dalle parole ai fatti si sostanzia, a livello amministrativo, nella decisione di ritornare ad interpellare il Consiglio Comunale, massima sede istituzionale e vera espressione della volontà popolare. Un Consiglio, tra l’altro, diverso da quello che nel 2018 aveva votato per la prima volta l’iter di intitolazione delle tre vie. È dunque un fatto logico, oltre che di correttezza. Questo vuol dire essere amministratore e sindaco di una città”.