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Il Terzo settore cresce ancora in Toscana con 7300 realtà censite

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Cresce ancora il terzo settore in Toscana:

sono oltre 7.300 le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le cooperative sociali attive alla fine del 2020, con un aumento di circa 500 unità rispetto alla fine del 2019. Si tratta di realtà che operano nei settori più diversi: dall’ambito sociale e sanitario a quello culturale, ricreativo, ambientale, sportivo.

Questo autentico polmone della nostra regione è stato al centro del Quarto rapporto del terzo settore, curato dall’Osservatorio sociale regionale e presentato oggi a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati. “Dal rapporto, ha evidenziato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli, emerge un terzo settore vitale, nonostante gli enormi disagi delle limitazioni imposte dalla pandemia, che è riuscito, proprio in quella fase, a mettere in campo uno sforzo poderoso, che ha permesso di arginare l’impatto causato dalla crisi sanitaria in particolare per le persone in maggiori condizioni di bisogno e di fragilità”.

Il rapporto mostra con evidenza questo ruolo del terzo settore: nel 2020 il 57,5% delle organizzazioni di volontariato ha svolto attività in risposta all’emergenza, soprattutto per l’erogazione di beni e servizi di prima necessità.

Durante la crisi pandemica, dunque, questo ambito virtuoso della società regionale ha saputo non solo fronteggiare le difficoltà e le chiusure, ma rendersi straordinariamente utile. E lo ha fatto sia con l’avamposto ‘ufficiale’ formato da questi 7.300 enti regolarmente censiti nei registri pubblici, e quindi strutturati, organizzati, e abilitati a rapportarsi con le istituzioni, sia con quell’universo non profit, formato da circa 27.000 realtà associative formali e informali che in Toscana mobilitano quasi mezzo milione di volontari.

Oltre a effettuare una fotografia dinamica del settore, il Quarto Rapporto affronta lo stato dell’arte della riforma che riguarda il terzo settore, e che è entrata nella fase attuativa. “Questa riforma, spiega Serena Spinelli, riconosce agli enti del terzo settore, un ruolo attivo e corresponsabile nella programmazione e nello sviluppo delle politiche pubbliche. E’ quindi in atto un percorso che permetterà di valorizzare questi soggetti coinvolgendoli in azioni di coprogrammazione e coprogettazione con le istituzioni, pur nella salvaguardia piena dei ruoli di ciascuno e della loro autonomia. E’ un percorso che sta decollando proprio in questi mesi: i soggetti del terzo settore stanno trasmigrando nel registro unico nazionale del terzo settore, adempimento cruciale della riforma”.

“Ci muoviamo quindi, ha concluso la Spinelli, verso quello che definirei come un “welfare di comunità”, nel quale il terzo settore collabora in modo fecondo e attivo con le istituzioni pubbliche ed è la comunità tutta ad attivarsi, a mettere in rete risorse ed energie per dare una risposta il più possibile efficace e adeguata alle attese e ai bisogni delle persone. Per la nostra regione, che ha una rete di terzo settore radicata e capillare, questa prospettiva non può che essere incoraggiata: queste realtà già oggi hanno un ruolo decisivo nella coesione sociale, nella solidarietà, nel miglioramento della qualità della vita delle persone”.

Alla conferenza stampa che ha seguito la presentazione del rapporto ha partecipato anche il direttore di Anci Toscana Simone Gheri. “Per disegnare i nuovi modelli di welfare e di serviz, ha detto, bisogna spingere verso gli strumenti di coprogrammazione e coprogettazione, dove le Comunità e il Terzo settore rivestono un ruolo fondamentale. Gli strumenti ci sono, c’è anche la legge regionale: ora dobbiamo rafforzare la sinergia e la collaborazione, anche per offrire ai Comuni gli strumenti necessari per affrontare una sfida molto complessa. Anche le Fondazioni bancarie vanno integrate maggiormente nella fase iniziale di programmazione degli interventi, in modo da coinvolgerle e dare maggiore efficacia alle risorse provenienti da quella fonte. E credo anche che occorra sostenere l’ingresso dei ragazzi e dei giovani nel nostro tessuto associativo, che negli ultimi anni ha vissuto un mancato ricambio generazionale”.

Il quarto rapporto, cui hanno dato un contributo fondamentale Anci Toscana, Cesvot, Università di Firenze e Pisa, e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dopo l’appuntamento odierno di Firenze, vivrà altre due giornate di presentazione a Siena e Livorno. A Siena l’incontro è in programma il 28 aprile 2022, ore 15.30, presso la sede della Provincia in Piazza Duomo, a Livorno, il 29 aprile, sempre alle 15.30, presso il Cisternino di città, Largo del Cisternino 13. Le presentazioni avverranno sia in presenza che in streaming.

I DATI DEL RAPPORTO

Il terzo settore in Toscana

I 7.320 enti del terzo settore presenti in Toscana nel 2020 sono suddivisi tra 3.299 organizzazioni volontariato (pari al 45% del totale), 3.448 associazioni di promozione sociale (47,2), e 573 cooperative sociali (7,8). Tutti questi enti sono iscritti a registri pubblici e in particolare ora stanno confluendo nel cosiddetto Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).

Le organizzazioni di volontariato operano prevalentemente nei settore sanitario (33%) e sociale (31%) seguiti dai settori culturale (10%) e ambientale (8%).

Le associazioni di promozione sociale sono attive principalmente nel settore culturale-educativo e di ricerca etica e spirituale (47%) seguiti da quello sociale (21%), sportivo-ricreativo (15%) e ambientale-turistico (10).

Gran parte delle cooperative sociali, infine, sono impegnate nel settore socio-sanitario e e educativo e nell’integrazione lavorativa di soggetti con disabilità.

Questo terzo settore ‘formalizzato’ mostra una tendenza considerevole alla crescita: si è passati dalle 13 organizzazioni ogni 10.000 residenti del 2008 alle attuali 19,8. L’area della Toscana dove proporzionalmente è più elevata la presenza di enti del terzo settore è il Casentino (32 ogni 10.000 residenti), seguito da Firenze (28,6) e dalla Valle del Serchio (27,9).

Il vasto universo del non profit

L’universo non profit in senso lato, formato cioè da tutte le realtà organizzative e associative, anche informali, è almeno quattro volte molto più vasto dello spaccato ‘formalizzato’: secondo l’ultimo censimento Istat, le istituzioni non profit sono oltre 28.000 (28.182), hanno quasi 53.000 dipendenti e funzionano grazie al contributo di quasi 470.000 volontari.

Tutti i numeri confermano il forte radicamento di questa realtà nel contesto regionale: in Toscana si contano infatti 76 organizzazioni ogni 10.000 residenti, contro una media nazionale di 59,6. I volontari sono 125 ogni 10.000 residenti, contro una media italiana di 91. Con questi dati la Toscana si colloca tra le prime regioni italiane (sesta come numero di istituzioni in relazione ai residenti, quinta come numero di volontari rispetto ai residenti).

Le risorse pubbliche e private a disposizione del terzo settore. Sono tre le principali voci di sostegno pubblico e privato al Terzo settore. 

1. Il sostegno della Regione Toscana. Per affrontare l’emergenza pandemica la Regione Toscana ha messo a disposizione degli enti del terzo settore nel 2021 7,2 milioni di euro che sono stati distribuiti tra 2.284 soggetti richiedenti. Si è trattato di un ristoro fondamentale soprattutto per realtà come i circoli, fortemente penalizzati dalle chiusure imposte dalla pandemia.

2. I contributi delle Fondazioni toscane di origine bancaria. Il volume delle risorse erogate dalla fondazioni di origine bancaria ha raggiunto nel 2020 i 121 milioni di euro (+30% rispetto al 2019) per oltre 2.600 iniziative finanziate.

3. Il 5 per 1.000. Nel 2020 si sono registrate circa 491.000 donazioni per circa 22,5 milioni di euro a 4.389 soggetti del terzo settore (importo medio di 5.118 euro).

 

© Riproduzione riservata

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