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Milano, 29 agosto 2024 – Come pagare con lo smartphone? Quali sono le principali app di pagamento contactless? E come attivare nfc su iPhone? Le nuove tecnologie ci permettono di effettuare ogni tipo di pagamento sia online che in negozio senza dover mettere mano al portafogli o digitare un pin sul pos: bastano uno smartphone (o uno smartwatch) e un’applicazione. Da Altroconsumo una lista di quali sono le principali app di pagamento e come funzionano.
Per pagare con le applicazioni Apple, Samsung e Google Pay si usano le carte di credito, di debito o prepagate emesse dalle banche o dagli istituti di pagamento. Solo che si tratta di carte virtuali o dematerializzate inserite in un borsellino elettronico da usare per gli acquisti online o in negozio. Bisogna fare attenzione, però, perché non tutte le carte sono utilizzabili e non tutti gli smartphone vanno bene
. Ecco i dettagli.
Google Pay è un sistema di pagamento utilizzabile tramite smartphone Android e con lo smartwatch Wear Os. Per usarlo bisogna scaricare la app e caricare le proprie carte Maestro, Mastercard o Visa solo se emesse da Banca Mediolanum, Intesa San Paolo, Iccrea, Unicredit, Bnl Bnp Paribas, Boon, Hype, N26, Revolut, Widiba, Ubi Banca, Postepay, BPER, Deutsche Bank e Nexi. Si possono usare anche i ticket elettronici. Se si possiede una carta Expedia smart di Edenred si può inserire in Google Pay e quindi si possono usare i ticket attraverso lo smartphone o lo smartwatch.
Samsung pay invece può essere utilizzata su tutti i POS contactless perché supporta la tecnologia NFC. L’unico limite (come per il resto delle app) è che può essere utilizzata solo con determinate carte di pagamento, di banche o istituti che hanno siglato accordi con Samsung. Per prima cosa occorre scaricare l’applicazione Samsung Pay e registrarsi al servizio con il proprio account Samsung. Per completare la registrazione si deve aggiungere la carta di pagamento (ovviamente di un operatore convenzionato con il servizio Samsung Pay) inquadrandola con la telecamera dello smartphone. Con Samsung Pay si possono usare le carte Maestro, Visa, Mastercard, VPay delle seguenti banche: Banca Mediolanum, BNL, BNP Paribas, Che Banca! Hello! Bank, Intesa San Paolo, Nexi, Unicredit, Banca Mediolanum, Bper, Findomestic, le carte emesse dalle Bcc, Ubi Banca, Volksbank.
Apple pay è il sistema di pagamento Apple disponibile per iPhone (dal modello 6 in poi), iPad, Apple Watch. Rispetto alle altre app è veloce perché non bisogna scaricare nessuna applicazione: è sufficiente abbinare al Wallet già presente dell’iPhone o dell’iWatch una carta di pagamento o un conto prepagato, inserire le proprie credenziali sul dispositivo e utilizzare il Touch ID o il riconoscimento facciale per autorizzare il pagamento. Su iPhone, iWatch e iPad l’applicazione Wallet è già installata: si deve solo aggiungere una carta di pagamento. È possibile utilizzare Apple Pay in tutti i negozi che accettano i pagamenti contactless e online nei siti che accettano in pagamento Apple Pay. Anche per i pagamenti si possono fare acquisti nelle app senza dover inserire ogni volta i dati della propria carta usando le autenticazioni biometriche, impronta digitale o facciale. Si tratta di una doppia autenticazione e quindi non serve la password. Stessa cosa in negozio: si autorizza il pagamento nel wallet e quindi si avvicina lo smartphone al pos. Inoltre, per ogni pagamento, Apple Pay usa un numero specifico del dispositivo e un codice di transazione univoco. Quindi i dati della carta non vengono mai memorizzati sul dispositivo o sui server Apple, né condivisi con i commercianti durante l’operazione.
Una delle possibilità per usare Apple Pay è aprire un conto Boon, ovvero un conto virtuale che si può aprire sulla app Boon scaricabile dall’Apple Store e che prevede tre livelli: Start (ricarica complessiva di massima 5 euro), Basic (ricarica massima nell’anno di 2.500 euro) e Plus (ricarica massima nell’anno di 30.000 euro).
Satispay, Hype, N26, Revolut e Ovalpay sono applicazioni che permettono di pagare nei negozi con carte e conti propri (sempre dematerializzati) usando circuiti alternativi di pagamento o i tradizionali circuiti delle carte. Bisogna precisare, però, che al momento solo Satispay usa per i pagamenti un sistema proprio, diverso dai circuiti internazionali e quindi permette un risparmio delle commissioni per gli esercenti.
In generale le app per pagare con lo smartphone sono gratuite, sicure e permettono di lasciare a casa i contanti. Basta scaricare l’applicazione, impostare i dati, le disposizioni di sicurezza e caricare del denaro come se fosse una carta prepagata.
In molti casi alla base c’è il sistema peer to peer, cioè lo scambio diretto di denaro tra utenti. In pratica, è come fare un bonifico oppure un accredito verso il conto di moneta elettronica del commerciante. In negozio nella maggioranza dei casi si usa la tecnologia Qrcode, cioè la lettura di un codice attraverso lo smartphone sulla cassa o sul device dell’esercente. Oltre ai vantaggi per il cliente, e a quelli per i commercianti che con questo sistema possono eliminare i costi per le commissioni dei pagamenti elettronici, in alcuni casi c’è anche il cashback, che consente agli utenti di avere sconti o accesso a promozioni dedicate nei negozi che accettano questo tipo di pagamento. Al momento purtroppo in molti casi il vero problema è la diffusione: sono pochi gli esercizi commerciali che utilizzano queste applicazioni e sono soprattutto concentrati in alcune grandi città.
Quello che spaventa di più gli utenti, quando si parla di pagamenti via cellulare, è il tema della sicurezza. Se si perde il cellulare la prima cosa da fare è quello di bloccarlo, lo si può fare anche da remoto. Poi bisogna anche bloccare l’applicazione di pagamento con la propria banca. Può essere utile ricordare quanto risulta da una ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. Secondo i ricercatori, le persone sono molto più attente al loro cellulare che ad altri documenti o al portafogli. La ricerca dice che il tempo medio che si impiega per accorgersi dello smarrimento è rispettivamente di 15 minuti per il telefono e 2 ore per il portafogli. Questo ovviamente riduce notevolmente la possibilità per il ladro di fare acquisti fraudolenti con lo smartphone su cui sia presente un’applicazione per pagare.
Inoltre, occorre ricordare che, indipendentemente dal mezzo usato per il pagamento, valgono le regole della direttiva sui servizi di pagamento recepita dal testo unico bancario e dal dlgs 11/2010. Quindi in caso di utilizzo fraudolento dello strumento di pagamento da parte di terzi, dopo il blocco, il titolare non risponde di nulla. Prima del blocco la sua responsabilità è di massimo 50 euro. Questo vale anche se si dovesse perdere o venisse rubato lo smartphone su cui abbiamo dematerializzato la nostra carta o scaricato un’applicazione di pagamento. La procedura da seguire in caso di problemi è un reclamo scritto alla banca o all’istituto di pagamento che dovrà rispondere entro 15 giorni lavorativi dal suo ricevimento. Se non arriva risposta o ne arriva una non soddisfacente si può fare ricorso all’Arbitro bancario e finanziario. —immediapresswebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Pagamenti contactless: App a confronto da Altroconsumo, quali sono e come funzionano
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