(Adnkronos) – I consulenti del lavoro sono una categoria professionale in crescita. E non solo in termini di fatturato, ma anche nell’ampliamento del ventaglio di servizi professionali offerti, complici anche l’accelerazione tecnologica e digitale in atto nel mercato del lavoro. Stando ai dati forniti dall’Enpacl, l’ente di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro, a partire dal 2019, si è registrato un progressivo incremento del fatturato complessivo Iva dichiarato dagli iscritti, passato da 2,2 miliardi di euro a 2,56 per il 2023, con un aumento di 360 milioni di euro, pari al 16,4%. Sono alcune delle evidenze che emergono dall’indagine ‘I Consulenti del Lavoro: prospettive per il futuro’ presentata oggi nel corso della giornata che apre i lavori della Convention dei consulenti del lavoro, in programma fino al 26 ottobre a Bologna, presso il Palazzo della Cultura e dei Congressi. I dati presenti nell’indagine, condotta su un significativo campione di iscritti, si inseriscono in un quadro di sostenuta crescita della domanda dei servizi professionali in materia di lavoro, successiva all’emergenza da Covid-19. “Il bagaglio di competenze dei consulenti del lavoro è cresciuto molto nel corso degli anni. Da gestori di adempimenti abbiamo assunto un ruolo consulenziale pieno, tramite nuovi spazi professionali che si sono aggiunti e integrati a quelli che ci attribuisce la legge istitutiva n. 12/1979″, ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine, Rosario De Luca, commentando i dati dell’indagine. “L’accelerazione tecnologica e l’IA pongono nuove sfide che i professionisti dovranno saper cogliere anche in termini di acquisizione di nuove abilità e i consulenti del lavoro si stanno attrezzando per sviluppare competenze anche in chiave digitale e restare così al passo coi tempi”, conclude. I cambiamenti in atto nel mondo del lavoro rimodellano l’offerta dei servizi presenti negli studi professionali. Oltre alle prestazioni tradizionali (amministrazione del personale, consulenza economica e giuridica sui rapporti di lavoro) sono sempre più richieste una serie di attività come la consulenza previdenziale (33,2%), il welfare aziendale (32,8%) e l’organizzazione del lavoro (32%). Ad andare di pari passo con l’evoluzione dell’offerta dei servizi è la crescita del fatturato degli studi: tra il 2021 e il 2024, il 50% di questi ha registrato un incremento; per il 34,6% del campione è rimasto stabile. I fattori che hanno contribuito ai positivi risultati dei professionisti, che gestiscono 9 milioni di rapporti di lavoro dipendente e 2 milioni di lavoratori autonomi, sono da ricondurre all’estensione della clientela di riferimento, trasversale a tutti gli studi. Cresce anche la dimensione organizzativa: rispetto al 2021, è aumentata in modo consistente la quota dei Consulenti occupata in studi più grandi, con 10 addetti e oltre (dal 6,5% al 12,7%) e sempre più digitalizzati: rispetto a tre anni fa, infatti, aumentano gli studi che posseggono strumenti di gestione documentale elettronica (dal 67,2% al 77,3%) e i sistemi per la gestione di video conferenze (dal 35,3% al 53,5%). L’avvento dell’Intelligenza artificiale costituisce una sfida importante. Il 43,8% ritiene che i sistemi intelligenti possano essere di ausilio nella stesura dei testi come contratti, articoli e piani di welfare, seguita dall’analisi di documentazione, ricerca di informazioni (42,6%). A seguire, quasi 4 consulenti su 10 pensano all’IA per automatizzare attività a basso valore aggiunto (scrittura mail, archiviazioni). —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Consulenti del lavoro, crescono fatturato e servizi professionali
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