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Pmi, Webidoo: “Presenza digitale è la chiave per crescere”

(Adnkronos) – Webidoo spa, digital company specializzata nello sviluppo di tecnologie e servizi per la digital transformation delle imprese, ha presentato il suo nuovo studio sul panorama digitale italiano nel mondo delle pmi realizzato da Webidoo Insight Lab in collaborazione con Italia Compete. Lo studio si concentra sui fattori chiave che consentono alle piccole e medie imprese (pmi) italiane di aumentare ricavi e fatturato attraverso l’adozione di strumenti digitali. Dal report, infatti, emerge che la digitalizzazione influisce concretamente sulle prestazioni aziendali e sul potenziale di crescita, fornendo una prospettiva dettagliata sulle tecnologie e sulle strategie che fanno la differenza, in particolare una presenza digitale strutturata e costante. L’analisi si basa su un database di circa 13 mila imprese italiane, un campione più che significativo che copre una vasta gamma di settori in tutte le Regioni del Paese e integra dati sulla loro predisposizione digitale con dati economici e strutturali. Utilizzando numerosi indicatori suddivisi in tre macro categorie principali – commercio digitale, presenza digitale e infrastruttura tecnologica – il report presenta un quadro olistico della maturità digitale delle pmi.  Il report parte dall’analisi dell’Indice di maturità digitale (Imd), un indicatore sintetico basato su più di 80 parametri che fornisce un punteggio fino a 100. L’Imd valuta vari aspetti della digitalizzazione come la qualità del sito web, l’uso dei social media, la pubblicità online, la frequenza di aggiornamento dei contenuti, la sicurezza informatica e molti altri, per comprendere meglio il livello di digitalizzazione delle pmi e il suo impatto sulle performance economiche. L’Imd medio a livello nazionale si attesta su un punteggio di 57,0 ma emergono differenze a livello territoriale. Le aziende del Nord-Est mostrano il più alto Indice di Maturità Digitale con un punteggio di 59,1, al di sopra del Mezzogiorno che si ferma a 56,6. Questo gap di 2,5 punti – significativo come media territoriale – evidenzia che, sebbene abbia recuperato terreno grazie a recenti finanziamenti, il Sud deve ancora affrontare sfide significative in tema di digitalizzazione. Le differenze si ampliano ulteriormente se si analizzano i settori di attività. I servizi alla persona raggiungono il valore più alto con un Imd di 59,7, mentre il settore delle costruzioni registra il punteggio più basso con 53,6. Gli oltre 6 punti di differenza sottolineano come alcuni settori siano più avanzati a livello digitale rispetto ad altri, dimostrando la necessità di strategie mirate per colmare questo divario. Passando a esaminare le modalità di commercio digitale, le pmi che adottano tecnologie di vendita e prenotazione online sono presenti soprattutto nel Mezzogiorno, con il 20% di aziende che le utilizzano. La percentuale è significativamente più alta rispetto al 16% del Centro, al 15% del Nord-Est e al 14% del Nord-Ovest. L’adozione di strategie di commercio digitale si dimostra cruciale per la crescita economica delle pmi. Il report evidenzia che il loro utilizzo genera un significativo aumento del valore aggiunto per le aziende. Quelle con un alto livello di maturità digitale implementano strategie di vendita e prenotazione online più frequentemente, rappresentando il 55% rispetto al 12% delle pmi con basso livello. Un dato rilevante che emerge dal report è che le pmi che adottano tecnologie di commercio digitale riescono ad aumentare il loro valore aggiunto di quattro volte di più rispetto a quelle con un basso livello di maturità digitale, man mano che avanzano verso un livello più elevato. L’analisi territoriale evidenzia differenze significative: le aziende del Nord-Ovest registrano un incremento del valore aggiunto del 56,4% passando da un basso a un alto livello di maturità digitale, seguite dal Nord-Est con un aumento del 45,4%, al Centro la crescita è del 13,4%, mentre nel Mezzogiorno è solo dell’8,1%. Questi dati indicano che, sebbene il Sud abbia recuperato terreno sul fronte dell’e-commerce, è necessaria una strategia di digitalizzazione più completa per massimizzare l’impatto economico. A questo punto, il report fa un ulteriore passo avanti analizzando l’Indice di presenza digitale delle pmi (Ipd-pmi), creato ex novo da Webidoo Insight Lab per valutare le componenti specifiche dell’Indice di maturità digitale che hanno il maggiore impatto sul valore aggiunto delle pmi. L’indicatore mostra chiaramente come l’adozione di pratiche di presenza digitale avanzate possa tradursi in vantaggi economici concreti. Un aumento unitario dell’Ipd-pmi, che corrisponde a un passaggio da un livello basso a un livello medio-alto dell’indice, è associato a un incremento del 46,81% del valore aggiunto delle PMI, dimostrando l’importanza della presenza digitale per la crescita economica delle imprese. “Abbiamo voluto misurare e quantificare i progressi della digitalizzazione in termini economici ed esaminato come la digitalizzazione possa tradursi in crescita economica concreta per le aziende, misurando quanto la maturità digitale possa influenzare il loro valore aggiunto” dichiara Daniel Rota, ceo di Webidoo spa. “L’analisi ha stimato che un aumento dell’Indice di presenza digitale delle pmi è associato a un incremento più che significativo del valore aggiunto. Questo dimostra che migliorare la propria presenza digitale ha un impatto diretto e reale sulla crescita economica e che una strategia di digitalizzazione completa e vincente si manifesta prima di tutto con una presenza digitale solida.” Il report, realizzato con il contributo di Italia Compete, evidenzia il ruolo cruciale dei cluster – concentrazioni territoriali di imprese, fornitori e istituzioni operanti in settori collegati – nella promozione della digitalizzazione. Una distinzione chiave emersa riguarda i cluster “traded”, che competono a livello globale e si concentrano in poche aree geografiche, come l’automotive a Torino, l’IT a Monza e il calzaturiero a Fermo, rispetto ai cluster locali, distribuiti uniformemente sul territorio e orientati soprattutto ai mercati interni. L’analisi rivela che i cluster locali, in generale, mostrano un Imd leggermente superiore, segnalando una maggiore propensione a adottare pratiche digitali avanzate. Tuttavia, anche nei cluster ‘traded’ si riscontrano numerosi esempi di successo con livelli di maturità digitale superiori alla media, grazie al ruolo delle cluster organization.  “Dall’integrazione dei dati sulla presenza digitale di Webidoo insight lab con quelli del progetto di mappatura dei cluster di Italia Compete, emerge chiaramente come le cluster organization siano essenziali per guidare e promuovere la competitività, collegando le esigenze specifiche delle imprese del territorio alle grandi priorità di politica economica, come la twin transition – la transizione digitale e verde”, afferma il Fernando G. Alberti, presidente di Strategique, il think tank dietro ad Italia Compete. “Per le associazioni imprenditoriali e di categoria diventa prioritario guidare questa prossima fase di sviluppo del tessuto economico del paese non più solo come rappresentanza di interessi, ma come veri e propri catalizzatori di azioni collettive per promuovere la competitività dei cluster del territorio”. “Il report – sottolinea Rota – fornisce una guida preziosa per le pmi, i decisori politici e gli stakeholder locali, evidenziando come la digitalizzazione possa diventare un motore di crescita sostenibile e competitività. Le raccomandazioni offerte mirano a massimizzare l’impatto della digitalizzazione attraverso un approccio integrato che comprenda tutti gli aspetti della maturità digitale. Investire nella digitalizzazione non è solo una scelta strategica, ma una necessità per la crescita economica a lungo termine delle pmi italiane.” —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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