(Adnkronos) – La televisione italiana degli anni Ottanta è stata un’epoca di grandi rivoluzioni, sia sul piano culturale che su quello gestionale. Un momento chiave di questa stagione fu il cosiddetto “caso Celentano”, che segnò una svolta per Raiuno. Un episodio tornato oggi al centro del dibattito per due interpretazioni contrastanti: quella del dirigente Rai Mario Maffucci, raccontata nel libro-intervista SamuRai (scritto con Andrea Scarpa), e quella di Guido Paglia, ex direttore delle relazioni esterne Rai, che smentisce categoricamente la ricostruzione in un articolo pubblicato su Sassate.it. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’, Maffucci ricorda l’inizio del “caso Celentano” come un momento di crisi scaturito dalla polemica tra Pippo Baudo e il presidente della Rai Enrico Manca. Durante l’ultima puntata di Fantastico 7, andata in onda il 6 gennaio 1987, Baudo rispose piccato a Manca, che lo aveva definito un conduttore “nazionalpopolare”, dichiarando: “Da ora in poi mi sforzerò di fare programmi regionali e impopolari”. Poco dopo, Baudo lasciò la Rai per approdare a Fininvest, nello stesso periodo di Raffaella Carrà ed Enrica Bonaccorti. Di fronte alla necessità di rinnovare Fantastico, Maffucci racconta che fu lui a proporre Adriano Celentano, convinto che servisse “un personaggio carismatico come Baudo, ma fuori dagli schemi televisivi”. Racconta anche che il mitico direttore generale Biagio Agnes fu scettico (“Non sa fare la tv”) ma accettò la proposta. Maffucci attribuisce il successo della scelta anche a un commento di Ciriaco De Mita, all’epoca segretario della DC, che avrebbe definito Fantastico 8 “interessante”. Questo, secondo Maffucci, confermò la bontà dell’azzardo di puntare su Celentano. Guido Paglia offre una narrazione diversa, e sostiene che Maffucci soffra di “cattiva memoria” e abbia sovrastimato il proprio ruolo nella vicenda, “forse non sapendo che quella decisione venne presa in altri luoghi e in altri momenti, prima che lui ne fosse coinvolto”. Secondo Paglia, fu lo stesso Agnes a concepire l’idea di coinvolgere Celentano, grazie alla loro conoscenza personale maturata durante le vacanze natalizie sull’Altopiano di Asiago. Paglia descrive Agnes come un uomo con un piano ben definito, che individuò subito nel “Molleggiato” la soluzione ideale per risollevare le sorti del programma. Paglia contesta anche l’episodio relativo a Ciriaco De Mita, affermando che Agnes non avrebbe mai discusso i contenuti televisivi con il leader democristiano, con cui parlava di questioni relative alla Rai ma di certo non delle singole scelte sui palinsesti. L’ex direttore della comunicazione e delle relazioni esterne di Viale Mazzini conclude sottolineando come Fantastico 8 abbia raggiunto un successo straordinario, con 13,2 milioni di spettatori e il 63% di share nella puntata d’esordio, ma ribadisce che il merito principale spetta ad Agnes. Al di là delle divergenze, entrambe le narrazioni concordano sull’impatto epocale di Fantastico 8, che rappresentò una svolta per la Rai e il panorama televisivo italiano. Celentano, pur con le sue eccentricità e con un esordio secondo Maffucci “andato malissimo”, seppe catturare l’attenzione del pubblico, confermandosi una figura capace di innovare e sorprendere. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Paglia contro Maffucci: “Sbaglia, fu Agnes a portare Celentano in Rai”
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