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martedì 2 Settembre 2025
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Global Sumud Flotilla per Gaza: la vera mission impossible rompere il silenzio dell’Europa

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E adesso vediamo cosa farà l’Europa. L’Europa indifferente, l’Europa in silenzio rispetto all’orrore di Gaza.

La stessa di zero sanzioni al governo Netanyahu e sanzioni come se piovesse al governo Putin. L’Europa che siede al tavolo con Trump da cui compra le armi per Zelensky mentre fa da spettatrice per Gaza.

Trump per il quale Israele “può anche star vincendo la guerra a Gaza, ma non sta vincendo la guerra delle pubbliche relazioni”.

Non ha battuto ciglio l’Europa rispetto alle minacce israeliane verso una Flotilla in mare in missione di pace con pacchi di viveri per Gaza.

Flotilla equiparata da Israele ai terroristi.

Non ha battuto ciglio l’Europa, invece di reagire compatta a sostegno,  protezione e sicurezza di chi in mare verso Gaza non avrebbe dovuto esserci.

Perché se i Governi rispetto a Gaza avessero fatto la loro parte non voltandosi dall’altra parte, non ci sarebbe stato bisogno delle barche verso Gaza.

Con un’azione umanitaria internazionale con delegazioni in rappresentanza di decine di Paesi a bordo di Global Sumud Flotilla.

Perché se i Governi rispetto a Gaza avessero fatto la loro parte non voltandosi dall’altra parte non ci sarebbero state le grandi mobilitazioni della gente, come è stato a Roma, Genova, Venezia. E le tante iniziative che si stanno moltiplicando.

Non ci sarebbero boicottaggi economici istituzionali anche di piccoli Comuni con i sindaci che decidono di non voltarsi dall’altra parte.

Terroristi. Saranno trattati come tali gli equipaggi della Flotilla, è stato chiaro il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir.

Minacciando, Ben-Gvir, subito dopo l’annuncio del riconoscimento da parte del Belgio della Palestina come Stato durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “I Paesi europei che si abbandonano all’ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas finiranno per sperimentare il terrore in prima persona”.

Terroristi. L’Italia col vicepremier nonché ministro Esteri Tajani replica: “Israele ha diritto a far rispettare le proprie leggi, ma che quelli della Global Sumud Flotilla siano dei terroristi non mi risulta, a meno che non ci sia a bordo qualcuno noto come terrorista non sono dei terroristi a mio giudizio. Bisogna sempre dire la verità e usare un linguaggio appropriato”.

E mentre a Tajani non risulta ci siano terroristi a bordo della Flotilla, l’altro vicepremier Salvini commenta rispetto alla Flotilla: “L’obiettivo di salvare le vite dei bambini è un obiettivo di tutti, quindi le missioni umanitarie sono benvenute. Altro paio di maniche è la caccia all’ebreo“.

Ci sarà un momento in cui l’Italia e gli altri governi che hanno connazionali a bordo delle barche verso Gaza si potrebbero trovare costretti a prendere posizione rispetto a quanto accadrà con la Flotilla.

Perché la Flotilla disarmata che naviga in maniera pacifica in acque internazionali non è l’armata Brancaleone.

Sa esattamente a cosa va incontro.

Sa bene che quasi certamente le barche verranno fermate da Israele. Con il rischio di sequestro e arresti.

Ed è evidente che oltre alla mission impossible di consegnare anche un solo pacco di farina, la vera mission impossible è rompere il silenzio dell’Europa.

Non ci facciamo intimorire perché sappiamo di muoverci nella totale legalità. Mi auguro, nel caso in cui Israele metta in pratica arresti con il carcere duro, che il nostro governo intervenga perché siamo cittadini italiani e navighiamo in acque internazionali. Quindi Israele non ha alcun diritto di arrestarci e sequestrare le nostre navi”, ha detto Maria Elena Delia, portavoce per l’Italia della Global Sumud Flotilla.

 

Da terra, i camalli del porto di Genova, in prima linea con gli aiuti umanitari per Gaza, “Se Israele tocca i nostri ragazzi blocchiamo tutta l’Europa, da qui non uscirà un chiodo”.

“Se la Flotilla sarà fermata, ci mobiliteremo per bloccare il porto di Venezia. È lì che continueremo la nostra azione, trasformando lo sdegno in azione diretta, la solidarietà in disobbedienza”, si aggiungono i centri sociali del Nordest, assieme al sindacato Adl Cobas di Venezia.

 

 

© Riproduzione riservata

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