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Uniti si stravince come sostiene esultando Elly Schlein commentando i risultati delle regionali
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Posto che l’unione delle varie forze politiche è l’abc aritmetico alla base di una coalizione, e che grande differenza la fa il candidato, è ovvio, ed era chiaro prima del responso del test urne regionali, che per il centrosinistra il campo largo è condizione di partenza per giocarsi la partite delle politiche 2027, come il centrodestra in coalizione dimostra da tempo.
Certo in questa tornata regionale non stravince Fratelli d’Italia della premier Meloni. Doppiato da Lega in Veneto. Solo un punto più di Forza Italia in Campania, dove Fratelli d’Italia esprime il candidato presidente centrodestra Cirielli, viceministro, ma ottiene 11.93% contro 10.72% di Forza Italia.
Una Campania che la stessa Meloni aveva definito “contendibile” per poi chiudere la campagna elettorale ballando con Tajani al grido di “Chi non salta comunista è”.
Tanto da cominciare a pensare a modificare la legge elettorale, come evidenzia il deputato toscano Donzelli: “Quella sulla stabilità è una riflessione che abbiamo fatto anche con le riforme istituzionali, con il premierato che abbiamo proposto e che porteremo avanti. Ma al tempo stesso c’è anche una riflessione che viene fatta sulla legge elettorale e da questo punto di vista non ci sono dogmi, ma faremo un confronto sereno perché crediamo che questa stabilità serva alla nazione”
Finisce 3-3 la lunga sfida delle regionali 2025, con campo largo centrosinistra vincente in Toscana, Puglia e Campania, dove già governava il centrosinistra senza campo largo e il M5S, ora in maggioranza con Pd, stava all’opposizione del Pd. E il centrodestra vincente in Veneto, Marche e Calabria, dove già governava il centrodestra.
Con il trionfo in Puglia di Decaro, Pd, 63.97%, già sindaco di Bari il più amato in Italia in piena pandemia nonché mister mezzo milione di preferenze alle Europee 2024. Decaro prende il testimone da Emiliano, Pd.
L’ampia vittoria di Fico, M5S, nella Campania del dopo De Luca, con oltre il 60%. Di cui il 9.12% portato dal suo Movimento del leader Conte, alle spalle del Pd con 18.41%.
E di Stefani, Lega Salvini, 64.39%, in Veneto con una Lega a valanga con ben oltre il 36%, doppiando Fratelli d’Italia, trascinata dalle oltre 200mila preferenze record nazionale del governatore uscente Zaia. Ben altro dal poco più del 4% delle recenti regionali in Toscana, con Vannacci responsabile campagna elettorale del partito di Salvini in Toscana.
Finisce che, come in Toscana, presidente rieletto Giani, e in Calabria, presidente rieletto Occhiuto, se il meccanismo fosse stato quello referendario, con un’affluenza al di sotto del 50%, solo nelle Marche sarebbe valido il presidente.
Finisce che in Puglia rimane fuori dal Consiglio regionale per un pugno di voti l’ex presidente della Regione Vendola con Avs componente del largo largo centrosinistra che con poco più del 4% in virtù della legge elettorale pugliese non entra in aula istituzionale.
Mentre il M5S va oltre il 7%.
Vendola, come Emiliano, al centro di un aut aut di Decaro in fase candidature: “O lui o io”.
Emiliano, in attesa di altro ?, è rimasto fuori candidatura Pd.
Al resto hanno pensato gli elettori. Ci ha pensato soprattutto Decaro asso pigliatutto non solo col suo Pd, quasi 26%, ma anche con le sue liste. La lista Decaro presidente da sola vola oltre il 12% conquistando ben sette seggi regionali.
Campania che vede l’ingresso in Consiglio regionale dell’ex ministro Sangiuliano, capolista FdI ma non il più votato FdI. E il quasi niente di voti, neanche un centinaio a Napoli, per Maria Rosaria Boccia, rimasta candidata con Dimensione Bandecchi, lista che ottiene un mezzo punto percentuale, dopo aver annunciato il ritiro della candidatura al livornese Stefano Bandecchi, sindaco di Terni nonché candidato presidente in Campania.
Infine in Veneto Stefani, giovanissimo presidente con i suoi 33 anni, stravince con la sua Lega con effetto Zaia.
Rispetto al 2020 il Pd di Schlein sale dall’allora 11.9% a poco più del 16%.
Ma come in Toscana la sorpresa è stata Antonella Bundu, in attesa dell’esito del ricorso al Tar, in Veneto la sorpresa si chiama, senza necessità di ricorrere al Tar, si chiama Szumski, medico, ex sindaco di Santa Lucia di Piave, provincia di Treviso. Senza partiti alle spalle, con la lista Resistere Veneto oltre il 5% elegge ben due consiglieri regionali. Il più votato nella sua Santa Lucia di Piave con oltre il 43%.
Szumski radiato dall’Ordine perché, scrive nel sito di Resistere Veneto, “Durante l’emergenza Covid-19 ha scelto la via della cura tempestiva e della libertà di coscienza, opponendosi a protocolli imposti dall’alto. Per questa scelta è stato radiato, ma non ha mai smesso di lottare per la dignità della persona e il diritto alla cura”.



