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Green pass e mascherine, cosa cambia

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Mascherine

compagne inseparabili ancora per un mese e mezzo, fino al 15 giugno, in molti luoghi al chiuso.

L’obbligo di utilizzare le mascherine, le FFp2, resta, infatti, nel trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza, per gli spettacoli aperti al pubblico, nei cinema, nei teatri, nei locali di intrattenimento e musica dal vivo e per tutti gli eventi e competizioni sportive che si svolgono al chiuso.

Sarà così anche per lavoratori, utenti e visitatori di ospedali, strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali, incluse le Rsa.

Negli altri luoghi di lavoro, invece, questi dispositivi di protezione saranno solo raccomandati.

L’USO DELLA MASCHERINA NEI NEGOZI

Mascherina in tasca, raccomandata, pronta ad essere indossata in caso di assembramenti anche nei luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico come negozi o centri commerciali. Dall’1 maggio diremo invece addio al green pass. Ad indicare il futuro utilizzo delle mascherine è l’emendamento approvato oggi in Commissione alla Camera all’ultimo decreto Covid di marzo a cui ha fatto seguito l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, necessaria per fare da ponte ai tempi tecnici della conversione del decreto. L’obbligo si manterrà pertanto in determinati luoghi al chiuso, mentre in tutti i luoghi di lavoro senza distinzione tra pubblico e privato – esclusi quelli di ambito sanitario e gli ospedali – la mascherina sarà solo “fortemente raccomandata”. Tuttavia i datori di lavoro, se ritenuto opportuno, potrebbero decidere di mantenere in essere i protocolli vigenti che prevedono l’obbligatorietà di questi dispositivi di protezione.

 A SCUOLA

La proroga dell’utilizzo delle mascherine, chirurgiche o di maggiore efficacia protettiva, è stata invece già prevista per le scuole fino alla conclusione dell’anno scolastico 2021-2022. Prossima data centrale nella road map degli ‘allentamenti’ delle misure è poi quella del 1 maggio,che segna il termine dell’obbligo del Green pass quasi ovunque con la quasi completa libertà di movimento anche per i non vaccinati. Solo per due giorni ancora, per alcune attività (mense, concorsi pubblici, oltre ai trasporti a lunga percorrenza) sarà obbligatorio in versione base (ovvero includendo l’effettuazione del tampone, oltre a vaccinazione e guarigione da Covid). Il green pass rafforzato (rilasciato solo a seguito di vaccinazione o guarigione) resterà in vigore ancora per 48 ore per centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso. Dal 1 maggio, con la decadenza completa del green pass, anche i non vaccinati potranno pertanto tornare nei luoghi di lavoro e non sarà richiesto dunque neppure il tampone. Fa però eccezione il personale medico e del comparto sanità, per cui vale l’obbligo di vaccinazione fino al 31 dicembre 2022 pena la sospensione dal lavoro e dallo stipendio.

Resta invece in vigore fino al 15 giugno l’obbligo di vaccinazione per gli over50, forze dell’ordine e comparto scuola: queste categorie, se non si vaccineranno, continueranno ad incorrere nella sanzione prevista di 100 euro. Ai visitatori delle Rsa continuerà ad essere richiesto fino al 31 dicembre il ciclo di vaccinazione primario più l’effettuazione di un tampone oppure la vaccinazione con tre dosi. Resta l’invito alla prudenza da parte del ministro della Salute: “La pandemia non è finita e chiediamo di intensificare anche la campagna vaccinale. Siamo ancora dentro la pandemia ma, sottolinea Speranza, ora abbiamo strumenti diversi per gestirla”. Il ministro ha anche firmato una ulteriore ordinanza relativa ai viaggi esteri che prevede dall’1 maggio la decadenza del Passenger Locator Form, il modulo utilizzato dalle Autorità Sanitarie per i viaggi, che non sarà dunque più necessario. L’ordinanza proroga al 31 maggio le disposizioni per gli arrivi dai Paesi Esteri.

A MESSA

“L’andamento dei contagi risulta costante da qualche settimana e tale dato porta a confermare le indicazioni” già diffuse dalla Cei a marzo “facendo tuttavia presente che l’uso delle mascherine resta, a rigore, raccomandato in tutte le attività che prevedono la partecipazione di persone in spazi al chiuso come le celebrazioni e le catechesi, mentre resta obbligatorio l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 per gli eventi aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in locali assimilabili a sale cinematografiche, sale da concerto e sale teatrali”. Lo comunica la Cei.

“Si segnala, tra l’altro, che a partire dal primo maggio 2022 non è più necessario il Green Pass per le attività organizzate dalle parrocchie. Parimenti non è necessario il Green Pass per l’accesso ai luoghi di lavoro dei lavoratori e dei volontari che collaborano”, informa la Conferenza Episcopale Italiana.

STATALI, LA MASCHERINA IN FILA A MENSA E IN ASCENSORE

L’uso delle mascherine FFP2 negli uffici pubblici “è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive, per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti”. Lo si legge nella circolare appena emanata sull’uso della mascherina negli uffici pubblici.

La mascherina è raccomandata, secondo quanto si legge nella circolare del ministero della Pubblica amministrazione, per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due, salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti ma anche nel corso di riunioni in presenza. Va usata comunque se si è in coda, anche al bar o per entrare in ufficio e “in presenza di una qualsiasi sintomatologia che riguardi le vie respiratorie”.

I dispositivi di protezione non sono necessari, chiarisce la circolare, in caso di attività svolta all’aperto, in caso di disponibilità di stanza singola per il dipendente, in ambienti ampi, anche comuni (ad es. corridoi, scalinate) in cui non vi sia affollamento o si mantenga una distanza interpersonale congrua. “Ciascuna amministrazione, conclude la circolare, dovrà quindi adottare le misure che ritiene più aderenti alle esigenze di salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro, tenendo ovviamente conto sia dell’evoluzione del contesto epidemiologico che delle prescrizioni di carattere sanitario eventualmente adottate, anche a livello locale, dalle competenti autorità”.

 

© Riproduzione riservata

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