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Arpat: “In Toscana la nidificazione della tartaruga marina è un evento ricorrente quasi ogni estate dal 2013. Con un andamento del tutto nuovo e particolare negli ultimi due anni. Perché le tartarughe hanno nidificato nella parte più settentrionale del nostro Paese fino ad arrivare per la prima volta nel 2021 a nidificare sulle coste liguri”.
Poi: “A causa del riscaldamento globale, il numero delle nidificazioni sta crescendo in maniera significativa nel Mediterraneo occidentale. Capire quanto e come l’impatto dei cambiamenti climatici abbiano provocato l’espansione dell’areale delle femmine di Caretta caretta verso zone sempre più a nord è uno degli obiettivi del progetto europeo Life Turtlenest. Coordinato da Legambiente, a cui ARPAT ha aderito come partner insieme a Stazione zoologica Anton Dhorn, Ispra. Università La Sapienza di Roma, Università di Barcellona. Fundació Universitària Balmes, ENCI, Cest Med. Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia. Il progetto prevede inoltre un’azione congiunta tra Italia, Francia e Spagna per i monitoraggi e la mitigazione delle pressioni antropiche sui siti di nidificazione”.
“Nel corso del progetto, che ha una durata di cinque anni, si prevede di monitorare circa ottomila chilometri di coste. Che includono 64 aree protette della Rete Natura 2000, ed almeno in previsione 500 nidi, che verranno osservati e studiati. Tenendo conto di come l’impatto dei cambiamenti climatici incida sulla scelta del sito di nidificazione da parte delle tartarughe. Sulla temperatura di incubazione e sul successo della deposizione delle uova”.
“Purtroppo, in molti casi, i luoghi dove vengono rintracciati i nidi di tartaruga coincidono con lidi e spiagge a forte attrazione turistica e con alto tasso di frequenza di bagnanti. Che spesso non riescono a riconoscere le tracce lasciate sulla sabbia dalla tartaruga che esce dall’acqua per deporre le uova. Non ne segnalano quindi la presenza. Né tanto meno sono a conoscenza delle pratiche da adottare per non disturbare la fase di nidificazione e schiusa.
Da qui l’importanza dell’informazione e sensibilizzazione dei turisti, bagnanti, gestori balneari per ridurre il disturbo antropico nella stagione delle nidificazioni. Il monitoraggio attento delle spiagge a caccia di tracce di tartarughe. E la formazione sul campo di volontari. Che diventeranno più esperti e validi supporti dei tecnici nell’identificazione, protezione e gestione dei nidi di tartaruga. Tutte queste attività saranno portate avanti durante tutto il periodo del progetto Life Turtlenest”.
“In Toscana dal 5 giugno 2023 sono iniziati i monitoraggi dei tratti di spiaggia sabbiosi in cui esiste la possibilità che la tartaruga Caretta caretta nidifichi. In particolare all’Isola d’Elba il monitoraggio su otto spiagge è svolto da volontari e bagnini insieme ai tartawatcher di Legambiente. In collaborazione con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. All’interno del Parco della Maremma il monitoraggio della spiaggia alla ricerca di tracce e nidi. Da Principina a Mare a Cala Rossa, è portato avanti dai volontari coordinati dal personale del Parco, dalle Guardie Parco e dall’Università di Siena.
Più a sud operano invece i volontari dell’Associazione TartAmare, spesso coadiuvati dal WWF, soprattutto nei tratti a sud del promontorio di Piombino, di Pisa e di Livorno. Nel tratto settentrionale di Pisa, a nord della Foce dell’Arno, per tutta la provincia di Lucca e Massa operano invece i volontari di Legambiente Pisa e Versilia e del WWF alta Toscana. Coordinati dai tecnici dell’Università di Pisa-Museo di Calci e di ARPA”.