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Festa del Voto, Livorno ricorda il maremoto del 1742

La città rinnova ringraziamento alla Madonna. Deposizione fiori dei vigili del fuoco. Messa in Cattedrale celebrata dal Vescovo. Don Donato Mollica ci illustra storia e cerimonia. Don Donato è Proposto del Capitolo dei Canonici della Cattedrale. Segretario e Maestro delle Cerimonie vescovili. Direttore Museo Diocesano di Livorno

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LIVORNO – Festa del Voto, Livorno ricorda il maremoto del 1742.

Il 27 gennaio a Livorno si celebra la Festa del Voto, in ricordo della promessa fatta alla Madonna, nel 1742, per ringraziarla di aver salvato la città dal terremoto che provocò un maremoto.

Onde altissime travolsero la città arrivando in piazza Grande. Dove, guardando in alto, tra le finestre sopra i portici, si trova l’immagine della Madonna.

Non ci furono vittime.

E sabato 27 gennaio 2024, come ogni anno da allora, la Diocesi di Livorno e la città si ritrovano in piazza Grande a partire dalle 17.30 per il ringraziamento alla Madonna.

La recita del Rosario, sotto l’immagine della Madonna, a cui i vigili del fuoco portano  un omaggio floreale. Quindi in Cattedrale la Messa solenne presieduta dal Vescovo Monsignor Simone Giusti con l’offerta della cera. La mattina alle 10.30 al Santuario di Montenero la Messa celebrata dal vicario generale Monsignor Ivano Costa.

Ecco la storia della Festa del Voto.

Ce la illustra Don Donato Mollica, Proposto del Capitolo dei Canonici della Cattedrale. Segretario e Maestro delle Cerimonie vescovili. Don Donato Mollica è direttore del Museo Diocesano di Livorno.

Festa del Voto, Livorno ricorda il maremoto del 1742
Festa del Voto, Livorno ricorda il maremoto del 1742. Nella foto, il Vescovo Monsignor Simone Giusti e Don Donato Mollica (Foto Diocesi di Livorno)

Don Donato Mollica: “Cara alla tradizione labronica è la data del 27 gennaio, giorno in cui la città di Livorno celebra la Festa del Voto, dando seguito alla promessa fatta alla Vergine Santa di Montenero nel 1742, in segno di gratitudine per il miracoloso intervento di aver salvato la città da un tremendo terremoto che diede luogo a fenomeni di onde marine altissime, che giunsero in città. Per far cessare le scosse e per ringraziare del fatto che nessun livornese morì, nonostante la forza di quella calamità naturale, i livornesi portarono in processione da Montenero l’immagine della Madonna fino in piazza Grande.

E le fecero una promessa perpetua, anche a nome dei posteri: quella di “rimandare” i festeggiamenti del Carnevale solamente dopo il 27. Di offrire ogni anno 10 libbre di cera alla lampada accesa sotto l’immagine della Vergine. E partecipare alla Celebrazione Eucaristica di questo giorno”.

Festa del Voto, Livorno ricorda il maremoto del 1742
Festa del Voto, Livorno ricorda il maremoto del 1742 (Foto Diocesi di Livorno)

Poi Don Donato: “Non tutti sanno che, nella storia di Livorno, il Voto era stato infranto. Sembra infatti che il 28 Ottobre del 1881 il Consiglio Comunale, con un provvedimento “irregolare ed arbitrario”, aveva deciso di non donare più le 10 libbre di cera al Santuario di Montenero, come invece si stabiliva nel testo del giuramento.

Il 23 dicembre 1925, il sindaco aveva poi riportato all’attenzione del Consiglio la promessa fatta dai livornesi molto tempo prima alla Madonna ed i membri in carica avevano votato il ripristino del dono da parte del Comune, come riporta il testo finale degli atti: «La Giunta municipale, senza intendere di menomare in chiunque la libertà di pensiero, ha sentito il dovere di cancellare tale irregolarità e tale arbitrio ed ha voluto ripristinare con il venturo anno 1926 l’antico e tradizionale onere votivo. Il Consiglio alla unanimità e cioè con voti 38 tutti favorevoli, dati per alzata di mano, accorda senz’altro la ratifica della deliberazione suddetta”.

Sottolinea Don Donato: “Certo a parlare oggi di gratitudine si corre il rischio di essere tacciati come retrogradi e gente fuori da mondo, in un mondo come quello attuale in cui sembra prevalere l’arroganza, la prepotenza e la maleducazione!

Eppure mai come oggi, nel 2024, siamo chiamati necessariamente a fare la differenza ed è giusto e doveroso mantenere viva la memoria dei benefici ricevuti di fronte aduna calamità naturale,che aveva messo a repentaglio l’intera città dei Quattro Mori e rinnovare ancora il nostro grazie!

Non possiamo lasciar cadere nell’oblio lo sgomento dei nostri avi che in un momento di difficoltà si abbandonarono con fiducia sotto la protezione della Madonna di Montenero. Ecco dunque il valore della Festa del Voto, che racchiude l’amore e la devozione per la Vergine di Montenero, speciale patrona dei livornesi”.

Don Donato presenta la cerimonia di sabato 27 gennaio: “Ci si raduna abitualmente alle 17.30 nella centralissima piazza Grande, dove il nostro Vescovo recita il Santo Rosario, dinanzi all’immagine della Madonna posta sopra i portici, che si confonde tra le finestre del palazzo su cui è affissa e che non tutti notano, se non vi si pone particolare attenzione. Ci si avvale anche del prezioso contributo del Corpo dei Vigili del Fuoco che, durante il momento di preghiera, appongono un omaggio floreale intorno all’immagine della Madonna, avvalendosi dei loro mezzi di servizio.

 

Il momento culminante è la celebrazione della S. Messa solenne in Cattedrale, presieduta dal nostro Vescovo, con l’offerta di un cero da parte dell’amministrazione comunale, che viene consegnato dal Governatore dell’Arciconfraternita di S. Giulia al Vescovo, che a sua volta lo consegna al Priore del Santuario di Montenero, dove dovrà ardere in segno di gratitudine a compimento del voto, come recita l’antico testo settecentesco:

«…Promettiamo coll’unanime consenso del Clero secolare e regolare e facciamo perpetuo solenne voto in nome di tutti i presenti e futuri di questa Città e popolo di Livorno e suo Capitanato vecchio, all’Onnipotente Iddio, all’Augustissima Trinità, e in onor vostro, Madre Santissima, nel suddetto ricorrente giorno 27 Gennaio, ogni anno in avvenire di digiunare il digiuno ecclesiastico, siccome d’astenerci dal far maschere, balli, sì pubblici che privati, e da qualunque sorta di carnevalesco divertimento, né ad alcuno di quelli intervenire, promettendo inoltre di presentare le nostre umili ed efficaci suppliche al nostro Real Sovrano, affinché con la sua Reale autorità siano per sempre proibiti da questa Città di Livorno li pubblici veglioni al teatro.

E noi rappresentanti questo pubblico promettiamo inoltre e facciamo voto perpetuo a Dio di intervenire ed assistere ogni anno, la mattina del suddetto per noi memorabile giorno, Magistralmente ed in Corpo, in questa principal Chiesa, alla Messa Votiva che a questo effetto sarà cantata;

ed a Voi, nostra grande Protettrice e Madre parzialissima, promettiamo che ci obblighiamo di farvi presentare ogni anno in perpetuo, nella Vostra Chiesa di Montenero, libre 10 di cera per mezzo di due nostri concittadini.

Gradite, o Madre Santa, Madre di Grazia, Madre di Misericordia, e di consolazione questa sibben tenerissima riconoscenza di tutta questa tanto a voi diletta Città e Popolo; e poiché vi siete degnata di porgere al Divin vostro Figlio le nostre suppliche, degnatevi anche, vi supplichiamo, di presentarli li nostri sopra enunciati voti, che a lui abbiamo fatti e fate sì colla potentissima vostra intercessione, che Egli per sua bontà gli accetti e gradisca, e continuando a proteggerci, ch’egli si degni preservarci da ogni ulteriore, e successiva disgrazia, che fosse per accaderci: Amen!».

© Riproduzione riservata

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