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Il tour di Elly Schlein in Toscana ha fatto il tutto esaurito nei circoli Pd di Livorno, Pisa, Firenze Siena.
Ma Stefano Bonaccini, con cui Schlein ha governato da vice presidente la Regione Emilia Romagna prima dell’elezione alla Camera col voto del 20 settembre, indipendente in lista Pd, è al momento nettamente in vantaggio per la leadership della segreteria nazionale Pd del dopo Letta.
L’ultimo sondaggio realizzato da Emg dà al presidente Emilia Romagna il 45% dei consensi contro il 25% di Schlein. Per la terza candidata, la deputata Paola De Micheli, 9%.
Una candidatura, quella di De Micheli, che, senza nulla togliere alla deputata, sembra in campo per togliere una percentuale a uno degli altri due candidati, come nella tradizione Pd.
Il 6% del sondaggio vorrebbe un altro candidato e il 15% non risponde.
Mentre intanto, dicono sempre gli ultimi sondaggi, rilevazione Radar Swg, il Pd affonda al 14,7%. Con FdI primo a 30,6 seguito dal Movimento Cinque Stelle al 17,4%.
In queste candidature è evidente la questione della rappresentanza femminile.
Con Letta, è l’unico mea culpa che si attribuisce il segretario pisanoper il ko Pd elettorale del 20 settembre, la rappresentanza femminile Pd in Parlamento è crollata.
E quindi ben venga in casa Pd una doppia candidatura femminile per la leadership nazionale dem.
Che però rischia di rivelarsi solo un’operazione di facciata.
Ci provò la senese Rosy Bindi, ex ministro, a scalare il Pd.
Ma, come racconta lei stessa, “Il Pd è maschilista”.
Schlein però ci crede. E si sta muovendo con passione. Sta cogliendo l’opportunità.
Anche strizzando l’occhio a Conte.
Perché comunque, anche se non fosse lei il nuovo segretario Pd, a oggi rappresenterebbe il 25% del Pd.
A oggi. In prospettiva di un possibile incremento consensi.
Possibile come il movimento di Civati a cui la ex eurodeputata aveva aderito lasciando il Pd di Renzi definito da lei “troppo a destra”.
Bonaccini porta con sé il sindaco di Firenze Nardella e molti sindaci big a cui Nardella, che ha preferito non candidarsi in prima persona, ha fatto un appello.
Come fece con l’appello dei sindaci per Draghi sempre premier.
Bonaccini si è presentato a Firenze su un bel palco accanto a Nardella.
Schlein ha scatenato entusiasmo a Livorno. Per lei con il sindaco Salvetti, il coordinatore provinciale Pd Franchi, il consigliere regionale Gazzetti.
Livorno non è una piazza Pd qualsiasi.
E’ la piazza Pd che per la prima volta ha perso contro il centrodestra il 20 settembre.
Con Letta sul palco in campagna elettorale a Livorno alla vigilia del voto.
Con Elly Schlein il Pd può scendere dal piedistallo su cui si è consolidato in questi anni scollandosi sempre più dalla realtà sociale.
Perdendo voti su voti.
A Livorno, Conte docet, a differenza della modalità perdente del Pd targato Letta, Schlein non è salita su un palco.
E’ rimasta insieme al popolo Pd che ha affollato i circoli.
Intanto Schlein chiama il dialogo con Conte.
Cercando di ricucire la strategia palesemente perdente già in partenza del Pd targato Letta di non alleanza elettorale coi Cinque Stelle del 20 settembre.